“Prima sentivamo il governo con noi, il Paese con noi: ora non sentiamo più il governo dietro di noi”, ha detto il Sindaco Cialente, ponendo l’accento su quelli che sono i reali problemi che l’amministrazione, a 15 mesi di distanza, si trova a dover affrontare. “Perfino la ricostruzione della Questura si è bloccata”, ha aggiunto sconsolato, “perché non c’è liquidità di cassa. Se hanno deciso di non ricostruire ce lo dicano.”
E se la situazione della città capoluogo di Regione è questa, quella dei paesi più piccoli e delle frazioni è, se possibile, ancora peggiore. Emilio Nusca, sindaco di Rocca di Mezzo, denuncia: “Il nostro problema sono le seconde case. Se non ci danno i fondi per ricostruirle, i nostri paesi, che già soffrivano per lo spopolamento prima del 6 aprile, oggi muoiono. E le case sono rimaste così come il 6 aprile”.
Molto applauditi gli interventi di Giovanni Lolli e Stefania Pezzopane. Proprio l’ex presidente della Provincia ha parlato di una città fiera, che non china il capo, ma che non vuole più andare in giro con il cappello in mano a chiedere la questua. “Basta ringraziare, basta dire grazie: ora dobbiamo avere i nostri diritti e non continuare ogni quindici giorni a chiedere se, per favore, ci danno quello che ci spetta”.
Assente il Presidente della Regione Chiodi, ad intervenire sono stati anche alcuni senatori: fra tutti, il marsicano Filippo Piccone (Pdl), che ha lasciato la seduta fra le contestazioni ed i fischi, appena dopo aver affermato che i soldi per la ricostruzione ci sono. “Il vero problema è il sindaco”, ha affermato Piccone rientrando di corsa a Palazzo Madama, “non è capace di amministrare i fondi ed è attaccato alla poltrona che presto perderà”. Presente anche il Presidente della Provincia, Antonio Del Corvo, intervenuto per continuare a dare visibilità ad un territorio che ha bisogno di aiuto e sostegno.
Grande solidarietà ai sindaci del cratere è stata data da Pierluigi Mantini (UDC): “Il Consiglio comunale dell’Aquila, a Piazza Navona, dinanzi al Senato è stata una risposta unitaria e intelligente agli inadempimento del governo e alle distorsioni dell’informazione.
Una manifestazione civile e forte che rilancia lo “spirito L’Aquila” con cui si è affrontata con successo la prima fase dell’emergenza.”
“20000 persone che occupano una autostrada sono meno importanti di un servizio sulla Nutella”, dice Gino, aquilano. E allora nel fresco dei giardini di Viale Mazzini, si mette a tagliare il pane e a spalmarlo di Nutella. “Così, dato che i terremotati spalmano la Nutella, forse stavolta ci nominano”.
Davanti allo storico cavallo della RAI sono stati portati dei televisori, per far vedere quello che i tg della rete ammiraglia non hanno mostrato: i 20000 della protesta sulla autostrada, nei video dei film makers indipendenti e dei comitati.
Contestazioni, fischi e, alla fine, anche lancio di ortaggi oltre il cancello: così si è concluso il presidio alla RAI. Con la promessa che, il 6 luglio, i comitati torneranno a Roma: e non potranno essere ignorati.
{webgallery}images/stories/protestarai{/webgallery}
Eleonora Falci