È l’opinione del consigliere provinciale, Angelo Radica, in merito all’approvazione da parte della Provincia di Chieti della rinegoziazione dei BOP emessi nel 2003 e 2004 per un totale di 71.663.000 euro. In questo modo, la scadenza è stata prolungata di cinque anni (dal 2023 al 2028 e dal 2004 al 2029).
La Provincia di Chieti ha motivato la rinegoziazione con la “necessità di perseguire una scadenza finanziaria che miri al rafforzamento della solidità de proprio bilancio da realizzarsi attraverso politiche finalizzate al contenimento degli oneri di rimborso dell’indebitamento in essere e alla riduzione del profilo di rischio dell’indebitamento medesimo”.
Queste le intenzioni che non sembrano convincere Radica, che si chiede, ad esempio, se davvero le risorse “liberate” verranno utilizzate per spese d’investimento e non per spese di gestione. “Io penso” sostiene il consigliere “che molte risorse verranno utilizzate per la spesa corrente vanificando lo sforzo di risparmio che ci viene chiesto da più parti. Inoltre, allungando il debito si ingessa ulteriormente la capacità di accedere agli investimenti e si rinvia l’onere su chi verrà dopo e si rimane ancora ostaggio delle banche che tanti danni hanno fatto alle pubbliche amministrazioni stimolandole ad accedere al mondo dei cosiddetti derivati”.
Secondo Radica, insomma, i BOP non costituiscono la soluzione, in quanto porterebbero l’ente locale ad un continuo indebitamento, prolungando nel tempo il problema finanziario. “Anche la Provincia di Chieti” spiega, infatti, in merito, “in cambio di qualche spicciolo che in parte sarà speso per spese correnti, allungherà il debito peggiorando la capacità di spesa finanziaria. I BOP hanno una lunga storia: tante sono le esperienze negative (in primis Catania e Milano), poche quelle positive”.