“Dopo nove mesi di governo” ha sottolineato in proposito la Chiavaroli “abbiamo assistito allo ‘spettacolo’ di un’opposizione che ha dato prova di non volersi confrontare con la maggioranza su temi inerenti la città, ma, piuttosto, ha dimostrato di voler fare in aula solo sterile ostruzionismo, inutile e dannoso per la città. La coalizione di centro-destra, in qualità di maggioranza, ha il sacrosanto diritto e soprattutto il dovere di governare il territorio, dunque abbiamo deciso di aprire una riflessione su alcuni temi relativi allo svolgimento delle sedute consiliari”. La decisione sarebbe giunta a seguito di alcune segnalazioni del segretario generale, “che ci ha opportunamente fatto osservare che spesso l’assemblea in aula si comporta in modo nettamente difforme da quanto previsto nel regolamento stesso che disciplina l’attività del Consiglio”.
Sono state così esaminate due questioni fondamentali, da chiarire in vista dell’esame del bilancio. La prima riguarda le presenze in aula del consiglieri: in sostanza, rileggendo regolamento e Statuto, sarebbe stato chiarito che un consigliere è presente in aula quando si trova fisicamente nell’emiciclo, indipendentemente dall’accensione o meno della base di voto.
In merito agli emendamenti, invece, sono state rilette ed approfondite le norme relative agli emendamenti ai regolamenti e quelle per gli emendamenti al bilancio. In sostanza, l’interpretazione autentica della Commissione Statuto ha ribadito che, mentre gli emendamenti ai regolamenti si discutono e si votano, gli emendamenti al bilancio si votano esclusivamente, perché non è previsto che si discutano.
“E tale principio” precisa la presidente “non è un sopruso della maggioranza, ma è piuttosto l’esercizio del dovere di governare che ci hanno affidato i cittadini di Pescara”.