Il primo cittadino ha, infatti, precisato di non aver avuto mai intenzione di “sfrattare” il Mediamuseum dall’ex Tribunale. Stando a quanto sostenuto da Mascia, per ora l’immobile sarebbe stato soltanto inserito nell’elenco delle unità immobiliari disponibili ad un’eventuale dismissione, in quanto non funzionali all’attività dell’ente, insieme ad altre 62 proprietà comunali. In merito alla cessione della struttura alla Rai, invece, per ora ci sarebbe stata solo un’interlocuzione, che non si è tradotta in documenti, carte, accordi, contratti, anche se è chiaro che la realizzazione a Pescara della nuova sede regionale della Rai rappresenta per l’amministrazione comunale un obiettivo prioritario, previsto anche nel programma di governo. “Avere il privilegio di ospitare una struttura di dimensioni rilevanti, quale centro di produzione e non solo di trasmissione” sottolinea, infatti, Mascia, “significherebbe creare su Pescara un indotto oggi inimmaginabile, che dovrebbe vedere interessate e mobilitate tutte le forze culturali della città, anziché perdere tempo ed energie in progetti e ipotesi fantasiose, che non poggiano su alcun fondamento concreto. L’unico dato reale è concreto è piuttosto l’impegno che la nuova amministrazione comunale sta profondendo da nove mesi per risollevare la cultura di una città che si è persa dietro sei anni di contributi a pioggia, senza alcuna programmazione, né capacità di elaborare eventi utili a caratterizzare Pescara”.
Insomma, un’amministrazione comunale che considera la cultura la propria bandiera identificativa non potrebbe mai pensare di distruggere una realtà riconosciuta come il Mediamuseum. L’invito del sindaco è, pertanto, quello di porre fine ad una querelle inutile, preferendo unire le proprie energie a quelle di un governo cittadino che crede nelle potenzialità delle iniziative culturali di livello per restituire a Pescara l’immagine di città europea.