Pescara. “La partecipazione è del tutto volontaria e non rientra nell’orario di servizio. Vi aspetto e mi aspetto la partecipazione da parte di tutti, soprattutto di quelli che sono animati dalla voglia di continuare a lavorare”. E’ con questa frase, in calce alla convocazione inviata ai dipendenti della Provincia di Pescara per un incontro sulla riforma Delrio, che il presidente Di Marco ha scatenato le polemiche dell’opposizione e dei sindacati.
Risuonante come una minaccia, soprattutto perché la riunione fissata per le 16:00 sabato nella sala Tinozzi servirà a discutere dei tagli imposti agli enti provinciali, dunque anche dei tagli al personale, la missiva inviata lunedì scorso da Di Marco viene giudicata”minatoria” dal consigliere d’opposizione Guerino Testa: “Il tono miantorio della nota di convocazione dell’incontro – afferma – induce a considerare dirimente, ai fini della conservazione del posto di lavoro, la partecipazione alla riunione, ciò in spregio aperto e manifesto ai procedimenti e alle procedure che la legge prescrive, nonché in attuazione di intenzioni che, ove trovassero concreta realizzazione, configurerebbero un evidente abuso e una chiara distorsione delle facoltà spettanti all’Ente Provincia”. Testa, quindi, ha presentato un’interrogazione a Di Marco per chiedergli “qual è l’urgenza che ha indotto il Presidente a convocare l’incontro di sabato e senza avere prima reso edotti le sigle sindacali e i Consiglieri dell’Ente”, richiedendo un consiglio provinciale straordinario “aperto a tutti i dipendenti, con la partecipazione dei rappresentanti sindacali, al fine di illustrare la attuale situazione, concertare soluzioni percorribili e adottare, nell’ambito del quadro normativo di riferimento, gli opportuni provvedimenti a salvaguardia delle funzioni e a tutela dei lavoratori”.
I sindacati, dal canto loro, non stanno ad aspettare e hanno già inviato una nota a Di Marco per bollare “inaccettabile la minaccia contenuta nell’ultimo capoverso della lettera”. “Il presidente di una istituzione pubblica non può permettersi – tuona la Cgil Funzione Pubblica – di condizionare il diritto al lavoro dei dipendenti di una Pubblica Amministrazione alla condiscendenza alle proprie idee ed alle proprie posizioni. “È preoccupante il fatto che l’incontro fissato dal presidente si tenga tre giorni prima dell’ elezione della Rappresentanze Sindacali Unitarie dei lavoratori, quando il presidente stesso – prosegue la nota della Cgil – non ha mai incontrato i rappresentanti sindacali, nonostante le suddette richieste di incontro della Fp Cgil”.
Immediata la reazione di Di Marco: “In questo momento ciò che è importante è la difesa del lavoro, per chi ce l’ha, ma soprattutto per chi non ce l’ha, per i tanti giovani laureati in cerca di occupazione. Quindi – chiarisce il presidente – per quanto riguarda il paventato tono minatorio che avrei utilizzato, dico solo che non c’è nulla di più lontano dal mio modo di pensare e di agire. La mia unica preoccupazione è garantire ad ogni singolo lavoratore dell’ente la conservazione del proprio posto e sono davvero rammaricato, quindi, dal constatare che una sigla sindacale, che dovrebbe condividere le mie preoccupazioni, che prescindono dai giorni feriali o lavorativi, sono finalizzate, lo ripeto, alla sola ed esclusiva salvaguardia di ogni posto di lavoro”.