Pescara. Le manovre per il predissesto portano il Comune ad innalzare le tariffe per gli spazi culturali cittadini. Interviene duramente Casa Pound: “Penalizzate Onlus e associazioni no-profit”.
E’ del 17 febbraio la delibera con cui il Comune di Pescara ha disposto le nuove tariffe per la concessione delle strutture comunali adibite a ospitare iniziative culturali. Un rialzo, dovuto alle condizioni obbligatorie per acceder al fondo governativo di 35 milioni per salvarsi dal dissesto finanziario, ritenuto discriminatorio da Mirko Iacomelli, responsabile di Casa Pound Pescara: ”Strutture culturali e museali di Pescara divengono di fatto inaccessibili alla gran parte delle associazioni culturali cittadine – afferma – mentre unica eccezione al pagamento è prevista per gli eventi culturali che dovessero ottenere il patrocinio del Comune con concessione gratuita dello spazio”.
E subito viene chiamata in causa la scelta dell’assessore alla Cultura Giovanni Di Iacovo di affidare per due anni la gestione del museo Vittoria Colonna al gallerista Cesare Manzo: “La cultura in città è solo per gli ‘amici’ della Giunta”, protesta Iacomelli, mentre Onlus, enti no-profit e associazioni non dispongono di risorse tali da poter sostenere i canoni stabiliti”. “Facendo qualche esempio concreto sulle nuove tariffe firmate Di Iacovo-Marchegiani”, snocciola le cifre Iacomelli, “l’uso della Sala d’Annunzio dell’Aurum, adibita alle mostre, costerà per mezza giornata (6 ore) 741,12 euro durante la settimana e 963,45 euro nei giorni festivi, e, per l’intera giornata, 1.235,20 euro dal lunedì al sabato e 1.679,87 euro di domenica e nei festivi. Prevedendo che una mostra duri almeno 7 giorni, un povero artista o aspirante tale dovrà quindi sborsare la bellezza 9091,07 euro. Ancora, la Sala Flaiano avrà un costo di 494,08 euro per l’uso di mezza giornata durante la settimana e 642,30 euro di domenica; in un giorno feriale il costo giornaliero della sala sarà quindi di 988,16 euro”.
“Tutto questo palesemente a scapito dei cittadini pescaresi, che con la scusa del predissesto si vedranno privati della possibilità di organizzare eventi culturali”, conclude il rappresentante di Casa Pound, “e dovranno accontentarsi esclusivamente degli eventi o conferenze organizzate da associazioni ‘gradite’ alla giunta comunale”.