L’Aquila. In trincea contro la realizzazione del metanodotto della SNAM Rete Adriatica Sulmona Foligno. Il Consiglio dell’Amministrazione Separata dei Beni di Uso Civico di Paganica San Gregorio del Comune dell’Aquila ha approvato le osservazioni al progetto della società che si è rimesso in moto dopo la pubblicazione del Ministero dello Sviluppo Economico dell’avviso di una parziale modifica al tracciato.
La realizzazione del gasdotto SNAM mette a rischio centinaia di particelle catastali per le quali sono già stati disposti gli espropri, solo per il territorio degli Usi Civici di Paganica e San Gregorio sono oltre 35 gli ettari di terreni di alto valore naturalistico a rischio. Una corsa contro il tempo quella dell’Amministrazione Separata Paganica San Gregorio presieduta dal rieletto Nando Galletti, dato che il termine ultimo per la presentazione delle osservazioni scade il prossimo 17 gennaio.
“Ci opponiamo alla realizzazione dell’opera con ogni mezzo a nostra disposizione – dichiara il presidente dell’ASBUC Nando Galletti – Siamo pronti ad istituire un presidio permanente anche a Paganica come i NO Tav della Val di Susa. Non si possono sventrare ettari di territorio vocati al turismo e all’agricoltura. Il tracciato della SNAM prevede il passaggio del gasdotto a ridosso del Santuario della Madonna d’Appari di Paganica e soprattutto della faglia più grande d’Abruzzo, quella di Paganica Pettino, ad altissimo rischio sismico. Non possiamo permettere come Amministrazione di Uso Civico un tale scempio ambientale.”
“Un punto importante da mettere in evidenza è che i terreni di uso civico non possono essere espropriati – afferma Massimiliano Pieri membro ASBUS – quindi l’attività della SNAM è assolutamente illegittima.”
Sono più di 6mila e 500 le particelle catastali di terreni su cui potrebbero correre i tubi del metanodotto Snam Sulmona-Foligno che taglia per 103 chilometri l’Abruzzo interno, passando per una ventina di comuni. A questi vanno aggiunti altre migliaia di particelle nell’area di Sulmona e Popoli, in Umbria e nelle Marche.
Dei 687 chilometri del metanodotto che corre da Massafra a Minerbio, diviso in cinque grandi tronconi, solo il primo è stato già realizzato. Da Biccari a Massafra il gas passa dentro le nuove tubature, mentre il secondo tratto Biccari-Campochiaro è stato autorizzato e sono in corso gli espropri dei terreni. Il progetto prevede, poi, una centrale di compressione a Sulmona e gli ultimi tre tratti Sulmona-Foligno, Foligno-Sestino e Sestino-Minerbio.