Sel Roseto: ‘Ginoble dietro l’uscita dalla Giunta Regionale di Mazzocca’

Roseto. “L’espulsione dell’assessore regionale di Sinistra Ecologia e Libertà Mario Mazzocca dalla giunta regionale è il risultato di una serie di ricatti e minacce avanzate da certe frange opportuniste del Partito Democratico. La creazione di una giunta monocolore è il riflesso di uno scontro tra bande che paralizza l’azione politica della coalizione di centro sinistra. La cabina di regia ovviamente non poteva che essere la stessa che ha portato negli ultimi anni a perdere la provincia di Teramo, Notaresco, Atri e la nostra amata Roseto. In un anno Mario Mazzocca ha visitato ed è intervenuto politicamente in ben cento comuni, accogliendo i favori non solo dei cittadini ma anche delle istituzioni locali, al di là della bandiera di appartenenza delle giunte locali”.

Lo ha denunciato Sel Roseto ricordando che l’ex assessore regionale in città si è impegnato “la messa in sicurezza della discarica di Coste Lanciano, il progetto di ricostruzione dell’argine del Tordino e la denuncia sulla beffa dei rimborsi per l’alluvione del 2011 ai cittadini hanno destato una rabbia cieca e un sentimento di rivalsa da parte non tanto dell’amministrazione locale quanto del circolo rosetano del PD, che interpreta la nostra amata cittadina come una proprietà da sfruttare e ricattare. Il loro capo ha mal digerito il lavoro politico che il circolo Sel di Roseto ha svolto negli ultimi mesi in stretta collaborazione con Mazzocca, tanto da porre un vero e proprio out-out a D’Alfonso : o Mazzocca va via, oppure si torna al voto. I numeri per farlo li aveva: oltre a Monticelli e al capogruppo Mariani, è riuscito ad acquistare anche i due consiglieri di Abruzzo civico Olivieri e Gerosolimo. Così facendo, il Ras si garantirà il tanto desiderato terzo mandato al parlamento incassando i voti dei sulmonesi e degli aquilani, visto che l’italicum prevede l’accorpamento elettorale delle due province. Il resto lo lasciamo dedurre ai cittadini rosetani”.

Per Sel Roseto “la situazione oggettiva non può subire mistificazione alcuna: al Pd rosetano non è bastata la legnata di 5 anni fa; e lo schema politico del Ras è sempre lo stesso: creare il vuoto intorno a sé per troneggiare indisturbato.
Noi prendiamo atto di questo loro comportamento e non parteciperemo più a nessun tavolo politico con il Pd locale, non faremo alleanze elettorali alla prima tornata né accetteremo alcun tipo di compromesso ai ballottaggi in nome della tanto amata poltrona che è l’unico orizzonte interessante per questo gruppo di arrivisti locali. In linea con questa scelta strategica, non sosterremo né tramite le primarie né tramite accordi di alcun tipo nemmeno chi crede che il Pd a Roseto possa rinnovarsi mediante le primarie. Questa è una favoletta a cui nemmeno i bambini danno credito. Lavoriamo invece attivamente alla creazione di un vasto fronte politico alternativo al Pd del Ras e al centrodestra. Ai rosetani chiediamo il coraggio di isolare questi personaggi pericolosi che niente hanno a che fare con l’onestà, la lealtà e la consueta dialettica politica: il voto contrario all’arresto del deputato siciliano Genovese, condannato per peculato, truffa e riciclaggio ne è l’emblema. Quello che è accaduto al nostro partito la diretta conseguenza. Accerchiamo gli accerchiatori e mandiamo avanti il nostro progetto di rinascita di Roseto degli Abruzzi con tenacia, rabbia e passione”.

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