Teramo, work in progress: ecco cosa si ‘nasconde’ sotto l’Ipogeo

ipogeo_progettoTeramo. Ci ha creduto fin dal primo momento, da quando, nel 2005, fece sgranare gli occhi a molti con il progetto Cult. Oggi, in veste di assessore regionale, Mauro Di Dalmazio continua a credere in quella idea di Teramo città della cultura, nella quale, in un batter d’occhio, si passa dalla pace della Villa Comunale alle mostre della Pinoteca, per poi scendere nelle sale dell’Ipogeo, ammirare le bellezze dell’Arca e poi giù fino al Duomo, il corso vecchio, gli scavi della Madonna delle Grazie.

Un percorso culturale vero e proprio, insomma, culminato, qualche anno dopo, in quello che è stato ribattezzato in mille modi: tagadà, scatola di fagioli o, per dirla ufficialmente, l’Ipogeo.

Entro la prossima estate dovrebbero essere, infatti, completati i lavori anche nella parte sottostante, grazie ad un finanziamento di 1milione e 500mila euro stanziato dalla Regione Abruzzo, che vanno ad aggiungersi ai precedenti 2,5milioni di euro (costo totale dell’opera, 4milioni di euro).

Le nuove risorse serviranno per completare in parte i lavori all’interno della Villa Comunale (dove è previsto l’abbattimento dei muri e la completa apertura con l’installazione di un sistema di video sorveglianza) e quelli nella sala ipogea vera e propria.

brucchi_didalmazio_digiovaOltre 600 metri quadri che, come annunciato dal sindaco Maurizio Brucchi, saranno messi a disposizione dei giovani e del mondo associativo. Nello specifico, con i prossimi interventi si andrà a rivestire in legno il perimetro laterale interno della sala, installando nel contempo tutti gli impianti elettrici. Ma sarà anche l’occasione per rimettere mano alla parte esterna dell’Ipogeo, per intenderci, quella visibile in piazza Garibaldi. “Così com’è non ci piace” ha detto il primo cittadino “quindi saranno effettuati nuovi miglioramenti con giochi di luci sull’anello, spartitraffico e illuminazione stradale”. E i chioschi presenti attualmente sulla piazza? Bè, quelli non sono inclusi nei progetti e il loro destino sembra proprio segnato.

 

Marina Serra

 

 

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