Pescara, deposito idrocarburi lungo il fiume: “Confermata la contaminazione”

Pescara. Si è svolta al Comune di Pescara la Conferenza dei Servizi per la procedura di bonifica relativa al sito Abruzzo Costiero, il deposito di carburanti di via Raiale a Pescara, nei pressi dell’argine del fiume, dove a gennaio 2017 la falda è risultata pesantemente contaminata. 

 

La Stazione Ornitologica Abruzzese ha partecipato come uditore alla riunione, prendendo parola su diversi aspetti dell’iter e dei contenuti della procedura in corso durante la discussione tra funzionari comunali, rappresentanti di Asl e Abruzzo Costiero. “La società”, riferisce l’associazione ecologista, “ha depositato un report in cui si conferma la presenza nella falda di diversi contaminanti, dall’MTBE al benzene, dagli idrocarburi totali al manganese, dal toluene allo stirene. L’azienda ha attivato alcuni interventi di Messa in Sicurezza, con la vetrificazione dei pozzetti (in quanto la rete fognaria danneggiata dalle alluvioni potrebbe essere stata la causa dei problemi con perdite da fessure lungo le linee) e il pompaggio di acqua contaminata da idrocarburi e altre sostanze con stoccaggio della stessa. Nei prossimi giorni sarà attivato un sistema di pompaggio e trattamento presso il depuratore aziendale”.

Assente l’Arta, “che ha però inviato una lunga nota”, riferisce ancora la Soa, “in cui ha fatto emergere numerose criticità rispetto alla situazione del sito e alle procedure svolte. Tra queste in primo luogo ha evidenziato con forza, come d’altro lato fatto anche dal geologo comunale, che l’impianto sorge in un sito limitrofo al fiume Pescara, in una zona classificata ad alto rischio alluvione. Pertanto devono essere prese tutte le contromisure necessarie affinché le periodiche piene del fiume non comportino altri problemi di danneggiamento della rete fognaria. In secondo luogo, l’Arta ha ribadito che, in assenza di nuovi sondaggi e piezometri sul bordo della proprietà lato fiume, i dati a disposizione indicano una possibile fuoriuscita della contaminazione dal sito. Infine l’Agenzia ha confermato una diffusa contaminazione da numerose sostanze in falda, chiedendo di estendere quanto prima le analisi ai terreni come previsto dal Piano di caratterizzazione approvato ad aprile 2017 (anche se poi il verbale fu trasmesso ufficialmente dal Comune dopo ben 6 mesi!”).

“Nella documentazione agli atti”, riportano ulteriormente in una nota gli ambientalisti, “risultano contaminati numerosi piezometri sia per l’Artache per l’azienda. Per quest’ultima risulta contaminato da benzene (15 microgrammi/litro contro un limite di 1) anche il piezometro di monte idrogeologico, appena all’esterno dell’impianto. L’Arta ha chiesto quindi di provvedere a verifiche sulla possibile contaminazione di aree limitrofe. Pertanto la conferenza dei servizi si è chiusa chiedendo all’azienda di aumentare l’acqua in emungimento dal piezometro più contaminato (Pz7) nell’ambito delle Misure di Messa in Sicurezza di Emergenza e di provvedere entro un mese al massimo, in coordinamento con ARTA, a realizzare tre nuovi sondaggi, uno per meglio definire la contaminazione attorno al piezometro Pz7 e, nel caso, procedere con uno scavo per eliminare il terreno contaminato e gli altri due come punti di controllo per accertare che gli interventi attuati siano efficaci per evitare la migrazione dei contaminanti verso il fiume”.

Impostazioni privacy