Pescara, causa D’Alfonso-Mandara: “Articoli hanno provocato ansia al Governatore”

Pescara. Il giudice del tribunale civile di Pescara, Marco Bortone, si è riservato di decidere sull’ ammissione delle prove documentali e dei testimoni, nell’ambito della causa civile intentata dal presidente della Giunta regionale, Luciano D’Alfonso, contro la giornalista Lilli Mandara, per gli articoli e i commenti pubblicati sul blog Maperò.

D’Alfonso ha chiesto a Mandara un risarcimento di 150 mila euro. Nel mirino ci sono circa 30 articoli, in larga parte riguardanti i casi Maltauro e La City, e gli incarichi in Regione che, nell’insieme – a giudizio di D’Alfonso – rappresenterebbero “una continuata aggressione e una campagna stampa di natura irridente e derisoria, nonché denigratoria e diffamatoria”.

Presente oggi in aula Lilli Mandara, assente il governatore. Il legale della giornalista, Lamberto Di Pentima, ha eccepito l’ammissibilità di tre testimoni, che la controparte ha citato per dimostrare che D’Alfonso, in seguito agli articoli scritti da Mandara, ha sofferto di patologie quali turbamenti e stati d’ansia. Inoltre si è opposto all’ammissione di altre testimonianze, giudicate generiche e irrilevanti, e si è opposto anche alla produzione di ulteriori articoli che, essendo stati pubblicati sul blog successivamente all’atto introduttivo, a detta del legale violerebbero il contraddittorio e il diritto di difesa.

Anche l’avvocato di D’Alfonso, Mario Briolini, si è opposto all’ammissione di alcune prove testimoniali, ritenendole superflue rispetto a quanto già prodotto nelle prove documentali. Il giudice nei prossimi giorni scioglierà la riserva e fisserà la data della prossima udienza, nel corso della quale saranno ascoltati i primi testimoni.

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