Albero di mele vietato a Case Pente: sit-in di protesta

Per impedire la consumazione del “reato” il Questore dell’Aquila ha emanato un proprio decreto con cui vieta l’iniziativa – del tutto simbolica e nonviolenta – per “motivi di ordine e di sicurezza pubblica”.

 

E’ il secondo divieto in 15 giorni. Solo che questo è ancora più singolare perché il Coordinamento No Hub del Gas aveva annunciato che avrebbe attuato la piantumazione di un solo albero e che essa sarebbe stata compiuta da non più di cinque persone.
Ma l’iniziativa non s’ha da fare perché – scrive il Questore – essa “potrebbe richiamare un imprecisato (sic) numero di persone che, erroneamente convinte di agire in una cornice di legalità, potrebbero incorrere in violazioni di legge”. Quali siano, però, queste violazioni di legge non viene detto.

Una cosa va invece detta: ad essere contro il dettato della nostra Costituzione è proprio il divieto del Questore. L’art. 17, infatti, sancisce che possono essere vietate solo le riunioni in luogo pubblico. Un terreno privato, come quello della Snam, è un luogo pubblico? Ma, soprattutto, il divieto deve essere fondato su “comprovati motivi di sicurezza e di incolumità pubblica”. Un innocuo alberello di melo ha il grande potere di mettere a repentaglio la sicurezza e la pubblica incolumità?

Inoltre, aggiunge il Questore, l’iniziativa “comporterebbe …la modifica dello stato dei luoghi”. Quest’ultima annotazione è davvero interessante. Non è la Snam che, con la costruzione della sua centrale, in un’area da sempre agricola, modifica lo stato dei luoghi, ma è un innocente alberello, che tornerebbe in un luogo per lui naturale, a provocare la deprecata alterazione!
Ad intervenire, casomai, dovrebbe essere la Snam perché la legge (art.633 C.P.) stabilisce che si agisce “a querela della persona offesa”, sempre che l’invasione del terreno abbia come fine l’occupazione o quello di trarne un profitto. Il che nel nostro caso non è. E poi, perché la Snam dovrebbe essere contraria? Non ha forse sempre dichiarato che una parte dei dodici ettari sarebbe stata destinata a verde?
Nel motivare il suo divieto il Questore scrive anche che “l’accesso in un’area di proprietà privata senza il dimostrato consenso dell’avente diritto” comporta “violazioni di legge”. Stante il divieto del Questore l’alberello di melo non è stato piantato nel sito Snam ma in un terreno adiacente, senza che però avessimo, né ci venisse chiesto, il “dimostrato consenso” del proprietario. Eppure in questo caso le forze di Polizia presenti non sono intervenute per impedirci la piantumazione!

Impugneremo a norma di legge i divieti del Questore e porteremo il caso all’ attenzione del Parlamento e del Governo nazionale. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato al World Forum uf Urban Forest di Milano che intende lanciare una grande campagna nazionale per la piantumazione di alberi: un albero per ogni abitante. Bene. Perché non cominciare proprio da Case Pente?

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