Campo Imperatore, aperta un’inchiesta sull’elicottero caduto

L’Aquila. Poteva esplodere, l’elicottero dei Vigili del fuoco che si è schiantato ieri a Campo Imperatore, nel versante aquilano del Gran Sasso, se l’impatto con il terreno fosse avvenuto dalla parte del serbatoio.

È quanto emerge dalle prime risultanze dell’inchiesta aperta per fare luce sulla tragedia miracolosamente evitata visto che i tre occupanti sono feriti lievemente, dalla procura della Repubblica dell’Aquila, coordinata dal sostituto procuratore Fabio Picuti e seguita dai carabinieri.

Sull’incidente, avvenuto mentre l’elicottero aveva appena terminato un intervento di spegnimento dell’incendio divampato alcuni giorni fa a Fonte Vetica, c’è anche un’indagine interna dei vigili del fuoco. Secondo quanto si è appreso il mezzo stava atterrando in presenza di un forte vento. Intanto ieri sera il mezzo è stato recuperato e trasportato a Pescara.

Solo per fortuna si è quindi evitata una tragedia simile a quella di Campo Felice del 24 gennaio scorso, quando sei persone morirono nell’impatto tra la nebbia di un elicottero del 118 con la montagna innevata. Ieri, a bordo del velivolo, un team di esperti, con migliaia di ore di volo all’attivo, e una manovra, quella dell’atterraggio, compiuta chissà quante volte e in condizioni ancora più critiche. E con loro doveva salire anche il direttore
delle operazioni di spegnimento (Dos) dei vigili, destinazione Farindola per valutare le possibilità di trasportare personale e materiali di soccorso in zona con l’elicottero. A sette metri dall’atterraggio, però, il mezzo si è avvitato su se stesso ed è precipitato, adagiandosi su un fianco. Tutti e tre i componenti dell’equipaggio, dopo lo schianto, sono riusciti a uscire da soli e allontanarsi dall’elicottero, dal quale proveniva puzza di benzina. Il pilota era perfettamente lucido, ancorché dolorante, così come gli altri. Due feriti sono stati trasportati all’ospedale dell’Aquila e un altro a Pescara.

Sul posto per i rilievi sono intervenuti i carabinieri della stazione di Castel del Monte insieme al capitano Francesco Nacca, comandante della Compagnia aquilana. Il relitto è stato posto sotto sequestro. Le indagini dovranno accertare che cosa non ha funzionato durante la manovra di atterraggio. Chi osservava le operazioni da terra non ha riferito la presenza di vento forte, anche se non si esclude una improvvisa, breve raffica che potrebbe aver fatto perdere il controllo al mezzo aereo.

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