Azienda agricola Ofena: ‘Non sappiamo quanto dobbiamo versare ad Equitalia’

Ofena. L’azienda agricola di Ofena dell’allevatore Dino Rossi ad oggi non sa ancora quanto deve versare ad Equitalia per debiti relativi ad alcune cartelle esattoriali. A dirlo è lo stesso Rossi, coordinatore del Cospa Aruzzo, una sorta di sindacato autonomo a difesa degli allevatori.

“Equitalia – afferma Rossi in una nota – svicola e omette di rispondere integralmente alle richieste della mia azienda agricola, a seguito dell’incontro avuto l’undici dicembre scorso in presenza della Digos della questura di L’Aquila. Erano stati presi accordi precisi con la direttrice di Equitalia, la dottoressa Anna Di Francesco, alla presenza, oltre che mia e del mio legale Davide Tagliente, dei funzionari della questura aquilana. Ma a quanto pare la direttrice non rispetta in toto gli accordi presi durante l’incontro”, accusa l’allevatore.

“Alle richieste inoltrate, dettagliate e supportate da sentenze, la direttrice risponde a suo modo senza tenere conto di quanto richiesto e della risposta di Equitalia con tanto di firma della Di Francesco. Sostanzialmente la missiva di risposta della società di riscossione incaricata dallo Stato italiano, fa capire che Equitalia è deputata solamente a riscuotere, anche le cartelle divenute inesigibili, in quanto cadute in prescrizioni, quindi di fatto l’adesione al rateizzo legalizzano tutte le cartelle, anche quelle vecchie di cento anni fa, quando la società non esisteva ancora.

Anche sulle cartelle sospese per il sisma, la direttrice – sempre secondo quanto sostiene Rossi – tralascia e non ne tiene conto, come se Ofena non ricadesse in zona cratere. Non ci dice nemmeno come ha calcolato gli interessi su ogni cartella e quale è il metodo con cui si arriva a degli interessi così alti, tra interessi di mora e spese vari arriviamo intorno al 70 per cento, compresi di interessi di cartelle divenute inesigibili e di quelle sospese dovuto al sisma.

Si limita a dire che loro applicano la legge, ora bisogna solo vedere se la legge di cui parla la direttrice sia lecita. In conclusione – conclude la nota di Dino Rossi – dopo numerose proteste ancora oggi non si conosce quale sia il debito che la mia azienda agricola ha nei confronti di Equitalia”.

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