Pescara, piano di equilibrio: Sel punta all’equità sociale

Pescara. Fermamente convinti che il predissesto fosse inevitabile, i consiglieri comunali di Sel si preparano a presentare una serie di proposte all’amministrazione Alessandrini in vista della costituzione di quel piano di rientro che, entro fine marzo, dovrebbe portare il ministero delle Finanze a concedere al Comune 35 milioni di euro per ripianare i buchi del bilancio. Parola d’ordine: equità sociale.

Già da domani si apriranno le consultazioni tra i partiti della maggioranza per stabilire i dettagli di quel piano di riequilibrio da presentare al ministero dell’Economia e delle Finanze per ottenere il fondo rotativo di garanzia. Ovvero, il Comune di Pescara dovrà dire al Mef come restituire in 10 anni quei 35 milioni di euro che il Governo presta per coprire l’enorme buco delle casse comunali. Le condizioni, intransigibili, fanno tremare i polsi: aliquote al massimo per i tributi locali, svendita del patrimonio comunale non istituzionalmente indispensabile, mutui bloccati, riduzione entro 3 anni del 25% delle spese di trasferimento e di prestazioni di servizi, copertura del 35% debito con i costi dei servizi a domanda individuale e del 55% con le rette di asili nido e mense scolastiche.

Tutto potrebbe tradursi in una stangata sulle spalle dei cittadini, e invece il gruppo consiliare di Sinistra Ecologia e Libertà vede nella spending review “un’opportunità di rilancio della città”. Lo hanno detto stamattina la capogruppo Daniela Santroni e consigliere Ivano Martelli. Come tutta la maggioranza, avranno voce in capitolo nella stesura del piano di riequilibrio: ecco, quindi, i punti che Sel vuole applicare per “salvaguardare le fasce più deboli della cittadinanza, evitando al contempo di svendere il patrimonio del Comune e di far privatizzare i servizi comunali”.

Una spending review votata all’equità sociale, recuperando risorse, ad esempio, dalle spese per le mense scolastiche. “Unificando l’appalto per la distribuzione e la somministrazione dei pasti”, ha spiegato la Santroni, “si recupererebbero 500mila euro all’anno”. Stessa somma che si può recuperare dagli asili nido “esternalizzando almeno 5 delle 7 strutture comunali in 2 anni”. “Accreditando presso la Regione due asili ancora non accreditati”, ha aggiunto la capogruppo Sel, “al Comune andrebbero contributi per 100mila euro in più all’anno”.

Risulta chiaro a tutti che le tasse e tariffe andranno ad aumentare, ma i vendoliani propongono la formula del “Chi più ha, più paga”. Agevolazioni per Tasi e Tari per cassaintegrati, disoccupati, pensionati e famiglie numerose, rivisitazione socialmente equa delle tariffe di asili e mense per mamme e papà single, esenzione per l’Irpef mantenuta per i redditi fino a 16.051 euro: “Altrimenti ci arrabbiamo”, ha tuonato Daniela Santroni. E ancora, per raccogliere quei milioni andati persi, “dare in gestione ad associazioni e giovani quegli spazi culturali che costa mantenere anche se inutilizzati, come il teatro Michetti e il museo Colonna”, ha spiegato Martelli, “e combattere l’evasione: non è giusto che le famiglie pagano e le attività produttive evadono i tributi giustificati dalla crisi”.

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