Quando accade ci provoca non poca preoccupazione: transazione con carta rifiutata, c’è un motivo a cui pochi pensano, qual è e come risolvere.
Ammettiamolo, oggi ci siamo tutti abituati a pagare utilizzando la carta. Preferiamo questa soluzione ai contanti per una questione di limpidità e comodità: niente problemi di tagli, resto e simili, oltre che la possibilità di tenere sotto controllo le spese effettuate. Proprio per questo, quando una transazione viene rifiutata, ecco che il panico si fa strada dentro di noi e pensiamo subito al peggio. Tra le varie cause da vagliare, però, ce n’è una che spesso non prendiamo in considerazione: di quale si tratta e come risolvere?
Sarà capitato a tutti, una volta o l’altra. Entriamo in un negozio, al supermercato e, al momento di pagare, l’intoppo: la transazione viene rifiutata. Ovviamente, la paura è immediata e la nostra mente si mette al lavoro alla ricerca di un valido motivo, del “perché” ciò sia accaduto. Finiamo, così, per pensare subito al peggio (truffe, hacker e simili). Sebbene, purtroppo, tali problematiche siano, oggi, una realtà concreta con cui fare i conti, c’è anche un’altra possibilità alla quale, tuttavia, pochi pensano.
Una delle possibili cause di una transazione con carta rifiutata
Come anticipato, siamo tutti consapevoli di quanto sia importante la privacy e la tutela delle nostre carte, dei nostri dati sensibili, dei conti correnti e così via. Truffe, raggiri e simili sono, purtroppo, all’ordine del giorno. Le “trappole” messe a punto con intenti criminosi che mirano al nostro denaro, ai nostri risparmi, si fanno sempre più all’avanguardia, raffinate, tanto da renderle quasi impossibili da riconoscere.
Eppure, se una transazione con la nostra carta non dovesse andare a buon fine, potrebbe esserci anche un altro motivo che, per fortuna, non nasconde niente del genere e che possiamo risolvere senza troppi problemi. Di che si tratta?
Limite della carta, il dettaglio a cui pochi pensano
Forse non tutti sanno che, nella maggior parte dei casi, le nostre carte hanno un limite di spesa ben preciso. Ciò riguarda sia quelle di credito che di debito. Tale massimale prende, in genere, il nome di “plafond” e riguarda un preciso periodo di tempo (giornaliero o mensile).
Il limite in questione, stabilito in fase contrattuale, si “ripristina” alla partenza di ogni periodo contabile che, di solito, corrisponde ad inizio mese. Ancora, il massimale può variare a seconda del tipo di carta, di modalità di utilizzo e di istituto. Laddove, dunque, una transazione venisse rifiutata, la causa potrebbe riguardare proprio il superamento di tale limite.
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Come risolvere? Nella maggior parte dei casi è possibile modificare il massimale presentando una richiesta presso la banca o l’istituto in questione, talvolta anche contattando il servizio clienti o, laddove previso, tramite home banking.
