In Francia una centrale elettrica a carbone è stata riparta per la domanda nel periodo invernale di energia: ma scoppiano le polemiche
Nella giornata di ieri la Francia ha riattivato una centrale elettrica a carbone. Questa si trovava situata a Saint-Avold, nei pressi del confine con la Germania. L’obiettivo del governo francese è quello di garantire una fornitura energetica che possa essere stabile nel corso della stagione fredda.
A confermare il riavvio dell’impianto è stato anche l’operatore GazelEnergie, lo stesso che aveva chiuso la centrale nel gennaio del 2022. Già nel gennaio 2023, l’impianto era stato riattivato solo via temporanea in modo da poter rispondere alla crescente domanda di energia nel periodo invernale.
Questo perché molti cittadini francesi utilizzano il riscaldamento elettrico. Una tendenza che inevitabilmente ha messo sotto pressione la rete elettrica nazionale. La scelta di riattivare un impianto a carbone ha creato un dibatti importante in Francia. Questa infatti rappresenta una delle fonti di energia più dannose per l’ambiente per le sue elevate emissioni di CO2.
Proprio mentre a Baku va in scena la Conferenza sul clima. Nel territorio francese emerge una contraddizione tra quelli che sono gli impegni che i Paese sono chiamati a rispettare per il clima e le esigenze immediate di energia. Un equilibrio evidentemente assente e che mette in mostra uno dei problemi più grandi in Europa.
Il governo francese, nel giorno della riapertura, ha annunciato anche l’intenzione di chiudere in via definitiva l’impianto di Saint-Avold entro il 2027. La speranza è quella di rispettare un piano ben chiaro e che ha come obiettivo quello di garantire un almeno parziale passaggio a fonti di energia alternative, come la biomassa e il gas naturale.
Anche su quest’ultimo, però, sono emerse delle perplessità. Anche se incide meno sull’inquinamento è comunque considerato un problema dal punto di vista climatico, emettendo comunque importanti quantità di gas serra.
La centrale di Saint-Avold non è l’unica. La Francia vanta anche un altro impianto a carbone che si trova a Cordemais, nei pressi della città di Nantes. Anche questa struttura, come l’altra, funziona solamente in casi di necessità e si attivano solo per un numero limitato di ore, quando nel periodo invernale la domanda aumenta e raggiunge i suoi picchi massimi.
Il personale che viene impiegato a Saint-Avold vanta circa 100 dipendenti diretti e più di 150 subappaltatori, mette in mostra anche l’importanza sociale ed economica di queste strutture nelle regioni dove sono situate per garantire lavoro, con la loro chiusura che rischia di rivelarsi controproducente in questo senso.