Sono in aumento le malattie associate a un organo in particolare. In gran parte è colpa del nostro stile di vita, avvertono i medici.
Il grande scrittore britannico G. K. Chesterton amava i paradossi e andare controcorrente. Sosteneva ad esempio che è un errore credere che la tumultuosità di una società ipertecnologica come la nostra sia un indice di dinamismo e attività. Le cose stanno giusto al contrario.
![Organo del nostro corpo a rischio malattia per colpa nostra](https://abruzzo.cityrumors.it/wp-content/uploads/2024/02/Medici-allarmati-abruzzo.cityrumors.it-2024027.jpg)
Il rumore che pervade le nostre strade a ogni ora del giorno e della notte indica piuttosto che il nostro stile di vita è improntato alla pigrizia e alla stanchezza. Se camminassimo a piedi, facendo a meno di auto, moto e ogni genere di veicoli, ci muoveremmo certamente di più. Il rumore dei mezzi di trasporto perciò è il segno del riposo umano.
Si mangia di più e ci si muove di meno. È questo lo stile di vita di quello che qualcuno ha ribattezzato l’homo comfort. Almeno dalla fine della seconda guerra mondiale si è diffuso un modo di vivere che ci porta a ricercare sempre la comodità in nome di una morale della vita lunga dove conta campare il meglio possibile e il più a lungo possibile. Il paradosso è che così facendo rischiamo di far male al nostro corpo, a un organo in particolare.
Quando il cattivo stile di vita fa male a un organo del nostro corpo
La sedentarietà del nostro tempo ci fa letteralmente venire il mal di fegato. Sono infatti in aumento le patologie epatiche e sempre più persone hanno il fegato grasso. una condizione che più tecnicamente si chiama steatosi epatica. A spiegarlo alla Fondazione Veronesi è il professor Massimo Pinzani, docente di Medicina all’University College London, reduce da un convegno romano tenutosi presso l’Ospedale San Camillo Forlanini.
![Organo corporeo danneggiato da un malsano stile di vite](https://abruzzo.cityrumors.it/wp-content/uploads/2024/02/Fegato-grasso-abruzzo.cityrumors.it-2024027.jpg)
Il convegno era dedicato alla salute del fegato dell’homo confort (cioè tutti noi) e la diagnosi non è per nulla piacevole. Il fegato grasso – che è una malattia vera e propria – riguarda un italiano su quattro tra i 18 e i 70 anni e nel 5% dei casi può portare a steatoepatite (infiammazione) e cirrosi. «Oppure può rivelarsi, nel corso di 10-20 anni, un tumore del fegato -, fa presente il dottor Adriano Pellicelli, Direttore Uoc Malattie del fegato al San Camillo Forlanini – con un’incidenza annuale di 11 casi su mille individui con steatoepatite».
Non ci sono solo cattive notizie sul fronte del fegato. Ad esempio negli ultimi 2-3 anni l’immunoterapia ha prolungato la sopravvivenza di alcuni pazienti ammalati di tumore al fegato e a volte ha permesso perfino di passare da una forma non trattabile a una trattabile con un intervento chirurgico o il trapianto.
C’è poi la più importante notizia dell’ultimo decennio: la sconfitta dell’epatite B e C. Merito dello sviluppo di farmaci virali che eliminano l’epatite C e impediscono la replicazione dell’epatite B (che nei più giovani non esiste, visto che dal 1986 vengono vaccinati contro questo virus).
Accanto a queste novità positive bisogna però registrare l’aumento delle patologie epatiche. Colpa di stili di vita malsani e della scarsa prevenzione. Gli esperti puntano il dito su fattori di rischio come obesità, cattiva alimentazione, malattie come il diabete, alterazioni nei valori dei trigliceridi o del colesterolo. Senza trascurare il ruolo giocato da possibili predisposizioni genetiche.