Novità in arrivo sulla vendita di famosi integratori naturali: l’Europa ne blocca il commercio a causa di retroscena preoccupanti.
Oltre ad una dieta bilanciata e la costante attività fisica, sono molte le persone che si affidano anno dopo anno ai molteplici integratori alimentari presenti in commercio. Derivati da fonti naturali quali piante, alghe e altri organismi, gli integratori offrono un’ampia gamma di composti bioattivi.
Oltre ai più comuni integratori a base di vitamine del complesso C e B, molti prodotti presentano una composizione primaria a base di erbe ed estratti vegetali, acidi essenziali come omega-3 e antiossidanti per rallentare il processo di invecchiamento.
Gli integratori, se assunti regolarmente, possono contribuire al mantenimento del benessere generale, soprattuto durante i cambi di stagione e l’arrivo dei virus invernali. Non solo, gli integratori alimentari possono rivelarsi la giusta soluzione per chi presenta carenze vitaminiche o derivate da una dieta non bilanciata.
Nelle ultime ore, l’Unione Europea ha imposto un divieto sull’uso di aloe vera, rabarbaro e altre piante comunemente implicate nella produzione di integratori alimentari. La misura, basata sul parere scientifico e le ricerche condotte dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa), ha sollevato non poche critiche dalle principali associazioni italiane del settore agroalimentare quali Coldiretti e Filiera Italia.
Sebbene non si tratti del primo bocco sugli integratori, quest’ultime hanno definito la misura come un caso di “strabismo normativo” da parte dei vertici dell’UE, accusati di avere un approccio eccessivamente rigido nei confronti dei prodotti naturali in vendita. Secondo Coldiretti, la decisione dell’Unione Europea fotograferebbe il diverso trattamento riservato ai prodotti naturali rispetto a quelli sintetici largamente utilizzati.
Alle associazioni europee, difatti, si chiederebbe un iter di autorizzazione complesso e costoso per mettere in commercio i prodotti naturali, simile a quello previsto per i farmaci.
Nonostante le polemiche, l’Unione Europea ha giustificato la decisione definendola un approccio precauzionale, pensato per evitare rischi sulla salute dei cittadini. Il divieto sull’uso di aloe vera e rabarbaro, è conseguente alla presenza di derivati idrossiantracenici (Had) nelle piante stesse.
Secondo l’Efsa, se assunte in forma concentrata e purificata, queste sostanze potrebbero generare effetti negativi sulla salute, causando conseguenze a lungo termine. Secondo quanto emerso durante i test condotti, se assunti a dosi elevate, i derivati idrossiantracenici potrebbero presentare rischi tossici per l’organismo.