Lo chef in esclusiva ai nostri microfoni sul panettone e le preferenze degli italiani: “Ecco come deve essere giudicato il prodotto”
L’ultima classifica di Altroconsumo ha evidenziato come il miglior panettone presente al supermercato è quello della Coop. Il test è stato svolto in due fasi: prima analisi di laboratorio e poi un assaggio da parte di una doppia giuria formata da pasticceri e consumatori.
“Purtroppo il prezzo fa la differenza – commenta ai nostri microfoni in esclusiva Gianfranco Vissani – quello della Coop è sicuramente un panettone normale anche se non l’ho assaggiato. Io posso dire che quello più buono è il mio: al cioccolato costa 49 euro mentre 43 e il semplice. Ma io mi domando come si può dire che un panettone sia migliore di un altro. Ognuno di noi ha un palato differente. Non è l’assaggio a dirci se è buono o no, ma ci sono passaggi ben precisi da eseguire“.
Vissani in esclusiva: “Ecco come faccio a capire se il panettone è buono”
Vissani ai nostri microfoni spiega i passaggi per giudicare il panettone: “Per prima cosa bisogna vedere i profumi. Poi, una volta aperto, da capire se fa la pallottina oppure no. Se è presente vuol dire che non è buono. Infine guardare anche gli alveoli, ovvero i buchi che fa durante la lievitazione. Se sono tanti, vuol dire che è molto leggero. Questi sono i passaggi per dare un giudizio ad un panettone. Purtroppo le persone che lo fanno in modo vero e senza utilizzare altri prodotti sono poche. Deve stare a testa sotto, lievitare, gli spiedi vanno bucati per la rinascita della cupola. Tutte cose necessarie per fare in modo che il panettone sia buono e genuino“.
Con lo chef ci siamo soffermati anche su cosa non deve mancare a tavola durante il Natale: “Oramai la tradizione la fa ognuno di noi. Non ci sono le regole o le strutture di una volta. In passato non potevano mancare tortellini, cappelletti, lenticchie, cappone. Ogni persona si fa la sua vigilia e possiamo dire che la nostra territorialità sta sparendo. Vedo che sotto Natale si spazia soprattutto ai ristoranti. Si cerca sempre di mangiare gourmet, ma voglio dire una cosa: non deve essere il cuoco ad adattarsi al cliente, ma quest’ultimo a quello che prepara lo chef“.