Addio all’Assegno d’Inclusione: dopo meno di due anni dalla sua nascita, il Governo di Giorgia Meloni ha deciso che il sussidio dovrà essere fermato.
Nato nel gennaio 2024, l’Assegno d’Inclusione ha avuto vita breve: verrà fermato a giugno e moltissime famiglie resteranno senza il sussidio che era nato con lo scopo di sostituire il vecchio Reddito di Cittadinanza, misura cancellata definitivamente dall’attuale Esecutivo di Centrodestra.

L’Assegno d’Inclusione fu messo in campo con la manovra di Bilancio 2024 proprio per aiutare economicamente quei nuclei familiari maggiormente esposti al rischio di povertà assoluta e al cui interno c’è almeno un componente impossibilitato a lavorare o per ragioni di età o per questioni di salute.
Infatti quest’agevolazione, fin dall’inizio, spetta solo a famiglie in cui almeno un soggetto sia minorenne o con più di 60 anni o con disabilità pari o superiore al 67% o preso in carico dai servizi assistenziali. Il 2025 sembrava essere partito bene: erano state alzate le soglie Isee e di reddito per ottenerlo ed era aumentato l’importo. Invece ora si scopre che a giugno milioni di famiglie lo perderanno.
Assegno d’Inclusione, requisiti: ecco a chi spetta
L’Assegno d’Inclusione, come tutti sappiamo, è entrato in scena nel gennaio del 2024 per rimpiazzare – ma senza essere la brutta copia – il vecchio Reddito di Cittadinanza cancellato dal Governo Meloni. Dopo meno di due anni, però, anche questo sussidio è arrivato al tramonto.

L’Assegno d’Inclusione, come puntualizzato nel paragrafo precedente, si rivolge solo ed esclusivamente a famiglie al cui interno ci sia almeno un componente che, per età o per motivi di salute o di dipendenze, non è occupabile, cioè non è in grado di lavorare. Le soglie Isee e di reddito per poterlo ottenere, inizialmente, erano state fissate in 9360 e 6000 euro all’anno. Con la Legge di Bilancio 2025, però, sono state portate a 10.140 euro l’Isee e a 6500 euro il reddito familiare annuo.
Non solo: è stato incrementato anche l’importo dell’aiuto. Nel 2024 l’ADI ammontava a 500 euro più altri eventuali 280 per pagare l’affitto per un totale, dunque, di 780 euro al mese a famiglia che poi potevano aumentare in base al numero di familiari che fanno parte della scala di equivalenza.
Quest’anno, invece, l’importo complessivo è stato portato a 844 euro: 541 di sussidio più 303 euro per l’affitto e, inoltre, sono entrati in gioco anche i carichi di cura, sono, cioè, entrati nella scala di equivalenza anche quei familiari che si prendono cura di un altro familiare non autosufficiente. Ma allora che cosa è successo? Come mai, dopo queste belle novità, il Governo ha deciso di fermare tutto?
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Assegno d’Inclusione: chi lo perde a giugno
A giugno milioni di famiglie perderanno l’Assegno di Inclusione che, per molti, rappresenta l’unica forma di sostentamento, l’unica entrata fissa. Ma come mai questa decisione improvvisa del Governo Meloni?

Nessuna decisione improvvisa in realtà: semplicemente l’Assegno d’Inclusione ha una durata massima di 18 mesi e, solo dopo una pausa di un mese, può essere eventualmente rinnovato per altre 12 mensilità. Pertanto ci sarà uno stop per tutte quelle famiglie che percepiscono l’aiuto da gennaio 2024.
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Costoro, per avere nuovamente il sussidio, nel corso del mese di sospensione devono ripresentare la domanda all’Inps e potranno ottenere il beneficio solo se soddisferanno ancora i requisiti richiesti altrimenti nessun rinnovo. Se, ad esempio, a giugno l’unico minorenne della famiglia compisse 18 anni oppure ad un familiare invalido non venisse riconfermata l’invalidità almeno al 67%, a quel punto il sussidio andrà perso per sempre.





