In un momento storico in cui le famiglie sono in difficoltà a pagare le bollette, può essere utile sapere come ovviare.
Nonostante le mosse del Governo, i bonus, le agevolazioni per i nuclei familiari in difficoltà, le bollette sono sempre alte, e proprio nell’ultimo trimestre dell’anno scatteranno ulteriori aumenti. “Batoste” economiche che si sommano a tutti gli altri rincari e i alcuni casi la persona anche volendo non riesce a onorare tutte le spese.
La Legge contempla anche queste casistiche e prevede “aiuti” a chi non ce la fa. Naturalmente non si tratta di un invito a comportarsi disonestamente verso un fornitore di luce, acqua o gas, ma di una possibilità concreta che esiste e che potrebbe far prendere respiro a chi è in difficoltà economiche.
La Legge prevede che dal 1 gennaio 2020 le bollette scadute da 2 anni non si devono pagare, e ciò vale sia per la luce che per il gas e anche l’acqua.
Esistono però delle regole e limitazioni che è bene conoscere se si desidera sfruttare questa possibilità. Infatti i due anni scattano, appunto, per le bollette emesse dal 2020 in poi.
Attenzione, però, perché in questi 2 o 5 anni la prescrizione rimane valida solamente se l’azienda fornitrice non invia una lettera raccomandata A/R o PEC di diffida e ingiunzione di pagamento. Questo è importante poiché il cittadino potrebbe pensare che la bolletta sia in prescrizione quando invece, se raggiunto da quel tipo di comunicazione, è obbligato a pagare il debito in essere.
Se accade, i termini della prescrizione slittano. Non valgono però le lettere via posta ordinaria, le email o le telefonate dal servizio clienti.
Ma come si procede al rifiuto del pagamento della bolletta? Ebbene, la Legge prevede che l’azienda fornitrice invii all’utente una lettera poco prima della scadenza/prescrizione, e insieme alla lettera deve inviare un modulo che l’utente deve compilare confermando la sua volontà di non pagare quella bolletta.
Se l’azienda fornitrice invia un decreto ingiuntivo, l’utente può comunque contestarla entro 40 giorni.