Permessi 104 divisi tra parenti per la stessa persona, l’ultima novità INPS

I permessi di tre giorni al mese previsti dalla Legge 104 possono essere richiesti da più caregiver per assistere uno stesso familiare disabile grave. La novità.

L’articolo 33 della Legge 104/1992 sottolinea come due o più persone possano assistere lo stesso disabile rispettando, però, precise condizioni. La Legge 104 nasce con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita alle persone con un handicap fisico, psichico o mentale e ai caregiver, ossia ai familiari che se ne prendono cura.

Invalidità permessi come funziona
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Prevede numerose agevolazioni assistenziali e fiscali come l’esenzione dal pagamento del bollo auto, le detrazioni per figli a carico, la detrazione al 19% e l’IVA ridotta al 4% per l’acquisto di supporti tecnici e informatici.

Tra le misure rivolte ai caregiver le più importanti sono il congedo straordinario per un periodo massimo di due anni e i permessi di tre giorni al mese. Il congedo retribuito permette al lavoratore di assentarsi anche molti mesi continuando a ricevere la retribuzione. Condizione necessaria e prendersi cura del disabile e convivere con lui/lei. I permessi sono anch’essi retribuiti ma non richiedono la convivenza anche se la cura del familiare con disabilità grave è prioritaria.

Quante persone possono richiedere i permessi 104 per lo stesso disabile?

La Legge 104 permette a più familiari di prendersi cura del disabile grave restando in ogni caso nel limite dei tre giorni al mese. Significa che se due fratelli vogliono richiedere i permessi per assistere un genitore, i giorni di assenza non diventeranno sei ma rimarranno tre.

Stop al referente unico, come funzionano i permessi
Più familiari per l’assistenza di un disabile? Ecco come funziona-Abruzzo.cityrumors.it

Un fratello potrà usufruire, ad esempio, di un giorno di permesso e l’altro di due giorni in modo alternativo e mai durante la stessa giornata. Queste condizioni sono obbligatorie per poter approfittare del beneficio. Da agosto 2022, dunque, la figura del referente unico è stata cancellata dando la possibilità a più familiari di assistere un disabile tenendo comunque conto di tutti gli altri requisiti da soddisfare.

Possono avere accesso ai permessi i coniugi, la parte dell’unione civile, il convivente di fatto oppure un parente o affine entro il secondo grado. Dove mancassero i genitori o il coniuge (o fossero affetti anch’essi da invalidità o avessero un’età superiore ai 65 anni) allora la richiesta dei tre giorni di permesso potrebbe essere avanzata da parenti entro il terzo grado.

Se un familiare richiedere i permessi, poi, un altro può richiedere il congedo straordinario a condizione che i giorni di assenza dal lavoro siano diversi. Questa anche è una recente novità che permette a più persone di prendersi cura alternativamente del disabile.

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