L’Osservatorio Vesuviano, punto di riferimento per il monitoraggio dei vulcani attivi nell’area napoletana, con una decisione che fa discutere, si prepara a cambiare sede
Da circa un mese, l’area dei Campi Flegrei è stata colpita da una nuova sequenza sismica che ha prodotto un elevato numero di terremoti, la maggior parte con magnitudo anche inferiore a 2.0. Ma negli ultimi giorni alcuni più intensi hanno raggiunto magnitudo 3.9, Scosse che sono avvenute a bassa profondità ecco perchè sono state avvertite distintamente in maniera piuttosto intensa dalla popolazione locale generando panico e allarme fino alla città di Napoli.

Questa zona è da sempre interessata al “bradisismo”, un fenomeno ciclico legato al vulcanismo che prevede l’innalzamento e l’abbassamento dell’area più calda. Le fasi ascensionali sono quelle più spesso associate alla presenza di terremoti e, quando queste diventano molto intense, sono avvertite in maniera significativa anche dalla popolazione.
LEGGI ANCHE: Coin, la crisi del gruppo continua: ecco tutte le date delle prossime chiusure, città per città
Un fenomeno che ora fa paura
I Campi Flegrei e Pozzuoli sono sicuramente il luogo, le zone della Campania, dove in tutti questi anni si è dovuto fare i conti con il fenomeno del bradisismo in tutta la sua intensità. La terra ciclicamente è tornata a tremare facendo anche pensare a una recrudescenza del problema, ma esperti, scienziati e vulcanologi che da anni studiano il fenomeno naturale restano ancora con i piedi per terra, senza creare allarmismi non necessari.

Ma una recente decisione proprio dell’Osservatorio Vesuviano ha spiazzato tutti, generando paura e angoscia nella popolazione. L’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha pubblicato un avviso pubblico per cercare la nuova sede dell’osservatorio vesuviano, il più antico centro di ricerca del mondo dedicato ai vulcani, quello che ha proprio il compito di osservare e monitorare costantemente l’attività del Vesuvio e dei Campi Flegrei, lo spostamento della terra, il suo sollevamento e le conseguenti scosse telluriche che ne derivano.
LEGGI ANCHE: In Abruzzo spariscono le banche: via una dopo l’altra, residenti in preda al panico
La scelta che allarma
Una decisione che arriva con una coincidenza davvero particolare, che ha creato ancora più allarmismo tra la popolazione. Se anche esperti, scienziati e vulcanologi decidono di spostare la sede e allontanarsi dalla zona più a rischio proprio nel momento in cui il bradisismo è tornato più prepotente che mai, allora vuol dire che si teme qualcosa di ancora più grave, di più catastrofico? Ecco l’ovvio quesito che la gente del posto si sta facendo dopo aver capito che la famosa sede di via Diocleziano 328, a Fuorigrotta, nel cuore di Napoli, da tempo peraltro inserita nella zona rossa considerata quella più a rischio, sarà chiusa per spostarsi in una più sicura.

La verità probabilmente sta nel mezzo della decisione presa, in quanto sicuramente la zona resta a rischio, ma soprattutto all’Istituto serve una sede più grande, più moderna e soprattutto più efficiente proprio per svolgere il proprio lavoro con ancora più meticolosità e precisione e per meglio svolgere le importanti attività legate alla sicurezza del territorio. Una decisione presa peraltro “ai piani alti”, contenuta infatti nel Decreto del presidente del Consiglio del 21 ottobre 2023, dove la sede dell’Osservatorio viene indicato come uno degli edifici di “interesse strategico la cui funzionalità, durante gli eventi sismici, assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile”.





