Le proposte in ambito previdenziale ormai non si contano più ma l’ultima ha dell’incredibile: far pagare i contributi anche ai bambini a partire dai 6 anni di età.
Ci avviciniamo mano a mano al volgere di questo 2025 che, per quanto riguarda le pensioni, non è stato decisamente un anno felice per l’Italia. Basti pensare che siamo passati dalla rivalutazione del 5,4% del 2024 ad un misero 0,8% nel 2025. Che cosa possiamo ragionevolmente aspettarci dal 2026?

Per trarre delle conclusioni è ancora presto, il Parlamento, del resto, è da poco tornato al lavoro dopo il periodo di ferie e ora ci sono anche tutti i bonus autunnali a cui pensare come la Carta Dedicata a Te piuttosto che il bonus elettrodomestici, il bonus nido, il bonus mamme o il bonus psicologo.
Ma non bisogna mai perdere di vista l’obiettivo: superare la legge Fornero. Il 2026 sarà, finalmente l’anno della svolta? Potrebbe esserlo visto che sul tavolo delle proposte alcune sembrano fattibili e sembrano mettere d’accordo tutti, persino l’Inps. Tuttavia l’ultima idea fa decisamente discutere: far versare i contributi anche ai bambini.
Pensioni: l’importanza dei contributi
Quando parliamo di pensioni i timori non sono mai troppi e, quasi sempre, sono assolutamente fondati e giustificati. Si parla di abbassare l’età pensionabile e portarla addirittura a 62 anni. Ma che dire dei contributi? Da qui l’idea più bizzarra di sempre: farli pagare anche ai bambini.

I contributi rivestono un ruolo determinante: sono funzionali sia all’accesso alla pensione che all’importo dell’assegno che andremo a percepire. Infatti, dal 1996 in avanti, l’importo della pensione viene calcolato non più con il sistema retributivo – che teneva conto della media degli ultimi stipendi – ma con il sistema contributivo che tiene conto degli anni di contributi e del valore degli stessi.
Se l’obiettivo è abbassare l’età pensionabile, il rischio è che molti non riusciranno a raggiungere i contributi sufficienti o che l’importo dell’assegno sia decisamente troppo esiguo. Da qui l’idea: iniziare a versare i contributi prima ancora d’iniziare a lavorare, già a partire dalla scuola elementare.
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Contributi a partire dai 6 anni
Un tempo i bambini ricevevano la paghetta settimanale che, solitamente, utilizzavano per comprarsi un gelato o le figurine o qualche piccolo gioco. Dal 2026 la paghetta dovrà essere usata per versare i contributi per la pensione. Incredibile ma vero.

La proposta arriva dalla Germania. Il Governo tedesco starebbe valutando l’idea di iniziare a far versare i contributi anche ai bambini a partire dai 6 anni di età. 10 euro al mese, niente di proibitivo ma che, mese dopo mese, anno dopo anno, contribuirebbero ad arrivare all’età pensionabile più sereni e con un bel gruzzoletto su cui contare.
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La Germania, esattamente come l’Italia, deve fare i conti con il crollo delle nascite e il progressivo invecchiamento della popolazione che significa che lo Stato deve erogare assegni previdenziali per un numero di anni sempre più alto mentre i contribuenti sono sempre di meno. Mentre l’Italia, per ovviare, pensa di inasprire i requisiti per uscire dal lavoro, la Germania pensa di allargare la platea dei contribuenti facendo versare i contributi anche a chi non lavora, cioè ai bambini.





