Chi può andare in pensione al compimento dei 61 anni e con quanti contributi versati? Facciamo chiarezza in merito ai requisiti
Tutti sanno che oggi per poter andare in pensione e ottenere un trattamento ‘pieno’ occorre aver raggiunto i 67 anni di età e aver versato almeno 20 anni di contributi. O, in alternativa, ci si può fermare con 42 anni e 10 mesi di contributi versati (un anno in meno per le donne) indipendentemente dall’età. Vi sono però anche tutta un’altra serie di possibilità alcune delle quali rivolte a specifiche categorie di lavoratori.
Una di esse consente di smettere di lavorare e andare in pensione al compimento dei 61 anni. Ma quali sono i requisiti da rispettare? Analizziamo questa casistica anche per capire a chi è rivolta.
Pensione dai 61 anni? Come fare per ottenerla
Poter andare in pensione a soli 61 anni compiuti è il sogno di moltissime persone ma solo per alcune di esse potrà diventare realtà. Il percorso per questo tipo di pensionamento anticipato che prevede nello specifico di aver raggiunto i 62 anni e 7 mesi, è infatti vincolato al tipo di attività lavorativa che risulta essere tutelata dalla legge in maniera superiore, specialmente dal punto di vista previdenziale oltre che anagrafico, rispetto ad altre tipologie di occupazioni.
Stiamo chiaramente parlando dei lavori ‘usuranti’ legati principalmente a catene di produzione e che implicano sforzi fisici e ritmi lavorativi superiori a quelli legati ad altri tipi di attività.
In questi casi la legge, riconoscendo le attività inserita in un processo produttivo o di lavoro in serie, consente di fermarsi prima del tempo beneficiando di una pensione prima dei 62 anni.
Questo a patto che siano stati versati all’Inps non meno di 35 anni di contributi come dipendente ma anche come lavoratore autonomo. Con questi due requisiti alla mano il sogno di liberarsi del vincolo del lavoro prima del tempo sarà certamente possibile.
Ma attenzione: l’attività dovrà essere una di quelle dell’apposito elenco dei lavori usuranti per poter beneficiare di Quota 96,7, come è stata ribattezzata sommando l’età anagrafica ed i contributi.
Ovvero di attività che risultano molto faticose fisicamente e con potenziali problematicità per la salute qualora dovessero protrarsi a lungo nel tempo. Per gli autonomi il requisito anagrafico è leggermente diverso in quanto si può andare in pensione a 62 anni e 7 mesi.
Importante è anche che per l’accesso a questa opzione il lavoro usurante deve essere stato svolto per un minimo di 7 anni degli ultimi 10 prima dell’invio della domanda oppure per 6 degli ultimi 7 anni o, ancora, per non meno della metà della vita lavorativa complessiva.