Legge 104, la sentenza del Tribunale ribalta tutto: cosa cambia da adesso, addio tutele

Una nuova sentenza del Tribunale di Milano giunge come un fulmine a cielo sereno e spiazza tutti: da oggi cambieranno molte cose riguardo alla Legge104.

La legge 104 del 1992 è nata con il chiaro scopo di tutelare i lavoratori affetti da disabilità grave o che devono assistere familiari disabili. Fino ad oggi siamo sempre stati certi che, chi veniva tutelato dalla 104, poteva contare su determinate garanzie. Una recentissima sentenza del Tribunale di Milano, però, ha cambiato completamente la situazione.

uomo sulla sedia a rotelle accanto ad una lavagna
Legge 104, la sentenza del Tribunale ribalta tutto: addio tutele per i lavoratori/Abruzzo.cityrumors.it

La legge 104 tutela non soltanto il lavoratore dipendente con disabilità grave riconosciuta dall’Inps. Essa nasce anche per aiutare quei dipendenti che si prendono cura di un familiare invalido. Infatti i famosi 3 giorni di permesso possono essere usati non solo per se stessi ma anche per assistere il proprio coniuge o un figlio o un genitore o un fratello o un familiare fino al secondo grado di parentela che non abbia nessun altro.

Oltre ai tre giorni di permesso mensili, chi è tutelato dalla Legge 104 può fruire anche di altre agevolazioni come sconti sull’acquisto di elettrodomestici, la priorità nell’assegnazione di case popolari, l’inserimento nelle graduatorie delle categorie protette e anche l’impossibilità di essere trasferito in un’altra sede di lavoro senza il proprio consenso. Il Tribunale di Milano, con una nuova sentenza, ha messo in discussione alcuni di questi diritti.

Legge 104: ecco cosa cambia

Fino ad oggi non si erano mai messi in discussione i diritti sanciti dalla Legge 104 per tutelare le persone affette da disabilità e garantire loro un adeguato livello di assistenza. D’ora in avanti, invece, alcune cose potrebbero cambiare non solo per gli invalidi ma anche per i loro caregivers.

persona che cammina accanto ad un uomo sulla carrozzina a rotelle
Legge 104: ecco cosa cambia/ Abruzzo.cityrumors.it

E’ noto che non si possa disporre a proprio piacimento dei giorni di permesso previsti dalla 104, questo è chiaro: un lavoratore non può fruire dei 3 giorni di permesso mensili retribuiti per andare a fare una gita o per andare in palestra piuttosto che dal parrucchiere.

I permessi sono finalizzati al prestare assistenza al familiare affetto da disabilità grave e, se si esce di casa, l’uscita deve essere funzionale ai suoi bisogni: fare la spesa al posto suo oppure pagare le bollette, acquistare farmaci e così via. Quello che non si era mai messo in discussione era il fatto che chi assiste un disabile tutelato dalla legge 104, non potesse essere trasferito in un’altra sede lavorativa magari molto più distante da casa.

Invece una nuova sentenza del Tribunale di Milano ha stabilito che, in alcuni casi, anche se un dipendente assiste un familiare tutelato dalla 104 può essere eccome trasferito non solo in un altro ufficio ma proprio in un’altra sede. Un caposaldo, quindi, viene meno. Ma in quali situazioni è ammesso il trasferimento da un luogo all’altro?

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Legge 104: ecco quando possono trasferirti

Una nuova sentenza del Tribunale di Milano ha fatto crollare uno dei capisaldi della Legge 104: ora anche i lavoratori dipendenti che assistono un familiare affetto da disabilità grave possono essere trasferiti in un’altra sede. Non sempre però: solo in due situazioni specifiche.

donna che spinge un uomo in sedia a rotelle sulla spiaggia al tramonto
Legge 104: ecco quando possono trasferirti/Abruzzo.cityrumors.it

Il lavoratore che si prende cura di un familiare tutelato dalla legge 104 può essere trasferito solo e soltanto in 2 situazioni:

  • la sede in cui lavora chiude;
  • si crea una sorta di “incompatibilità ambientale”.

In pratica se la presenza del soggetto X genera conflittualità e questo incide sulla produttività lavorativa degli altri, allora anche se egli è caregivers di un familiare invalido, potrà essere trasferito. In tal senso si è espresso il Tribunale di Milano con la sentenza 581 del 10 febbraio 2025.

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Il caso riguardava proprio la situazione di una lavoratrice dipendente che assisteva la madre e che era stata trasferita per “incompatibilità ambientale” in un’altra sede all’interno sempre del medesimo Comune. La dipendente aveva contestato il trasferimento ma i giudici hanno dato ragione al datore di lavoro in quanto la donna era stata trasferita all’interno dello stesso Comune e questo, quindi, non comprometteva la possibilità di assistere il genitore disabile.

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