Novità per quanto riguarda la pensione, è presente un’aliquota per tutti coloro che positcipano l’erogazione del beneficio. Sono in pochi a conoscerla: eccola.
Sono pochi i pensionati che conoscono il bonus dell’1% quando si chiede di posticipare il ricevimento del sussidio. Ad introdurre questa misura ci ha pensato l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS) e offre un incentivo finanziario a chi decide di rimandare l’accesso alla pensione anticipata Quota 103. Grazie a questa opzione sarà possibile ricevere un aumento dell’1% sulla retribuzione eccedente la prima fascia previdenziale. L’INPS ha chiarito il tutto con la comunicazione n. 4558/2023 che ai dipendenti che rinunciano all’accesso a Quota 103 sarà corrisposta un’aliquota aggiuntiva dell’1%.
Tale cifra viene trattenuta direttamente dai datori di lavoro in busta paga e sarà recuperata attraverso le denunce contributive relative ai mesi di dicembre 2023 e gennaio 2024. Questa misura originariamente introdotto con la Legge di Bilancio 2024, sarà prorogata per l’intero anno successivo. Il meccanismo è stato implementato nel 2022 per incentivare i lavoratori a prolungare la propria attività lavorativa, offrendo un aumento della retribuzione superiore al 9,19%, che rappresenta la quota di contributi a carico del lavoratore.
Con la comunicazione n.4558/2023 che ai dipendenti che rinunciano all’accesso a Quota 103 sarà corrisposta un’aliquota aggiuntiva dell’1%. Questa cifra viene trattenuta direttamente dai datori di lavoro all’interno della busta paga. Il meccanismo è stato implementato nel 2022 per incentivare i lavoratori a prolungata la propria attività lavorativa, offrendo un aumento della retribuzione superiore al 9,19% che rappresenta la quota di contributi a carico del lavoratore. Per chi ha un reddito superiore ai 35.000 euro, l’incentivo è più significativo.
Questo perché al di sotto di questa soglia i contributi già subiscono una riduzione (7% per redditi fino a 25.000 euro e 6% per quelli tra 25.000 e 35.000 euro). Il datore di lavoro versa direttamente in busta paga, anziché all’INPS, i contributi previdenziali a carico del dipendente. Di conseguenza, al momento della pensione, l’assegno previdenziale sarà di entità inferiore.
Per quanto riguarda le tempistiche, i lavoratori che hanno presentato la domanda di rinuncia della somma contributiva entro il 31 luglio possono richiedere che essa produca effetto dalla prima data utile di Quota 103. La richiesta deve essere inoltrata all’INPS.
Se presentata prima della prima data utile della pensione anticipata flessibile, il datore di lavoro non è obbligato a versare contributi a partire dalla prima data utile della pensione anticipata flessibile. Questa misura non influisce sulla determinazione dell’importo delle quote di pensione calcolate con il sistema retributivo, ma impatta sul montante totale che risulterà inferiore.
Quindi tutti i dipendenti del settore privato che hanno maturato i requisiti per l’accesso a Quota 103, l’uscita dal lavoro è stata possibile a partire da aprile. Mentre invece per i dipendenti del settore statale la finestra si è aperta ad agosto. La scelta tra Quota 103 e l’opzione dell’1% rappresenta una decisione importante e richiede una valutazione attenta dei propri obiettivi finanziari e delle esigenze personali.