C’è il rischio di andare incontro a sanzioni nel caso in cui la Certificazione Unica 2025 dovesse essere sbagliata, anche se l’errore non è tuo: ecco che cosa fare.
La Certificazione Unica (CU) è il documento fiscale che dichiara gli importi corrisposti dall’INPS nell’anno di imposta di riferimento a coloro che sono titolari di prestazioni previdenziali, pensionistiche, assistenziali e a sostegno del reddito. Durante la compilazione il rischio è di commettere alcuni errori, tra quelli più frequenti c’è il codice fiscale del sostituito, i codici fiscali dei familiari a carico e il domicilio fiscale. Ma a questi ce ne sono molti altri.

Il modello di Certificazione Unica rappresenta il primo step verso la dichiarazione dei redditi, attraverso cui il sostituto di imposta comunica all’Agenzia delle Entrate e al sostituito l’ammontare dei redditi riconosciuti nell’ultimo anno, ma anche le detrazioni, le ritenute fiscali applicate, i bonus ottenuti e altri dati.
Grazie alle informazioni contenute nel documento è possibile comunicare i dati dei redditi per la precompilata e procedere alla liquidazione delle imposte con il modello 730 o Redditi PF. La CU 2025 deve essere inviata telematicamente entro il 17 marzo, tranne per quei soggetti obbligati a sanare gli errori eventuali che devono, di conseguenza, ritrasmettere il modello corretto.
Certificazione Unica 2025 sbagliata: c’è poco tempo per modificarla
Le CU sono composte da due modelli: il modello “ordinario”, che viene trasmesso in via telematica all’Agenzia delle Entrate; e il modello “sintetico”, che bisogna consegnare ai sostituti. Nel primo caso il lavoratore non ha nessuna responsabilità, mentre nel secondo caso il rischio è incorrere in sanzioni se non si agisce tempestivamente.

Nel caso in cui la Certificazione Unica 2025 presenta degli errori è fondamentale agire immediatamente, perché la rettifica va fatta entro 5 giorni successivi al 17 marzo per evitare sanzioni. Pertanto, non si avranno multe per omessa, errata o tardiva presentazione della CU nel caso in cui il modello viene inviato sia entro il 17 marzo o successivamente ritrasmesso entro il 22 marzo.
Se non si dovessero rispettare i termini, l’Agenzia delle Entrate ha comunicato che il lavoratore riceverà una sanzione di100 euro per ogni certificazione, questo anche nel caso in cui lo sbaglio è indiretto. Quando ci si accorge che il documento presenta degli errori è necessario darne subito notizia al datore di lavoro, affinché questi possano inviare una CU rettificata entro il termine dei 5 giorni. Tuttavia, il dipendente può compilare il modello 730 o la dichiarazione dei redditi per inserire i dati giusti.
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Certificazione Unica 2025, come inviare i dati corretti
L’invio della Certificazione Unica 2025 rettificativa segue la procedura ordinaria nel rispetto del termine del 22 marzo. L’unico particolare che, nel Frontespizio nel campo “Tipo di comunicazione”, bisognerà barrare la casella: Annullamento, nel caso in cui si intenda compilare un nuovo documento e annullare quello già presentato; Sostituzione, nel caso in cui si intenda compilare una nuova certificazione con modifiche.

Come mette in evidenza l’Agenzia delle Entrate, quando si decide procedere con l’annullamento o la sostituzione del documento già trasmesso validamente è importante predisporre una nuova “Comunicazione”, che contiene solo ed esclusivamente le sole certificazioni che sono da sostituire o annullare. Non si può quindi ricomprendere nello stesso invio le CU ordinarie e le CU da annullare o sostituire.
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I documenti che non possono essere corretti per vari motivi dovranno essere riportati nella dichiarazione dei redditi dati o valori rettificati dal contribuente. La dichiarazione dei redditi che viene inviata all’AdE a mezzo modello 730 o Redditi Persone Fisiche rappresenta la liquidazione definitiva delle imposte che il contribuente deve per l’anno interessato.





