Pessime notizie arrivano dell’Inps e fanno tremare milioni di lavoratori: potresti avere dei contributi inutilizzabili per la pensione.
Milioni di lavoratori stanno già temendo il peggio dopo l’ultima sorpresa comunicata dall’Inps: molti dei contributi versati durante la carriera potrebbero essere del tutto inutilizzabili ai fini della pensione. Vediamo cosa sta succedendo.
Per accedere alla pensione in Italia è necessario soddisfare almeno due requisiti: uno anagrafico e uno contributivo. In parole povere per andare in pensione devi sia aver raggiunto una certa età sia aver raggiunto un certo numero di anni di contributi. Diversamente dovrai continuare a timbrare il cartellino.
Ad esempio, attualmente, per accedere alla pensione di vecchiaia ordinaria devi sia aver compiuto 67 anni che aver raggiunto la soglia minima di 20 anni di contribuzione. Alcune misure, come la pensione anticipata ordinario e Quota 41, non tengono conto dell’età ma valutano unicamente i contributi versati.
Va da sé, pertanto, che i contributi rappresentano il fattore più importante per la pensione. Essi sono fondamentali non solo per calcolare l’importo dell’assegno mensile che andremo a ricevere ma anche per l’accesso stesso alla pensione. Nelle ultime ore è arrivato un fulmine a ciel sereno: molti dei contributi versati potrebbero non servire per andare in pensione.
Pensione: questi contributi sono del tutto inutili
Se non hai abbastanza contributi, non puoi andare in pensione. Non solo: se hai dei contributi che l’Inps valuta come inutili, dovrai, ugualmente, continuare a lavorare. La notizia sta facendo tremare milioni di lavoratori. Vediamo quali sono i contributi inutili per l’accesso alla pensione.
I contributi si suddividono in due categorie: effettivi e figurativi. I contributi effettivi sono quelli che il lavoratore – o il datore di lavoro – versano all’Inps durante la carriera. I contributi figurativi, invece, sono quelli riconosciuti in determinate situazioni di assenza o di sospensione dell’attività lavorativa come, ad esempio, la malattia, il congedo per maternità, il servizio militare, i periodi di disoccupazione indennizzata oppure se un lavoratore viene eletto per ricoprire una carica pubblica.
Attenzione però, c’è una situazione in cui i contributi figurativi non sono considerati utili ai fini dell’accesso alla pensione. E’ il caso delle lavoratrici che decidono di fruire della misura di prepensionamento Opzione Donna. Con Opzione donna le lavoratrici appartenenti a determinate categorie – caregiver, invalide almeno al 74%, disoccupate o dipendenti di aziende in crisi – possono accedere alla pensione a 61 anni – 60 per chi ha un figlio, 59 per chi ha due o più figli – se la soglia contributiva raggiunge almeno i 35 anni.
Ma deve trattarsi esclusivamente di 35 anni di contributi effettivi. I contributi figurativi non verranno conteggiati e, dunque, non serviranno per accedere alla pensione. Pertanto se hai, ad esempio 34 anni di contributi effettivi e 1 anni di contributi figurativi, dovrai lavorare ancora per andare in pensione con Opzione Donna.