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Economia e Finanza

Bonus famiglia e bonus lavoratori addio: tutti quelli che vengono cancellati

Il Governo torna al lavoro e si concentra sulla stesura della Legge di Bilancio per il 2025; a rischio molti bonus elargiti fino ad ora.

Dopo la pausa estiva l’esecutivo di Giorgia Meloni torna al lavoro e sul tavolo c’è la legge di competenza più importante di tutte, quella del Bilancio per il 2025. Il centro dell’attenzione, al momento, è sui tanti e diversi bonus elargiti fino a quest’anno e che a dicembre potrebbero avere data ultima di scadenza.

La legge di Bilancio 2025 potrebbe cancellare molti bonus -Abruzzo.cityrumors.it

I bonus saranno al centro del dibattito per la stesura della prossima legge di Bilancio; “La stagione dei soldi gettati dalla finestra e dei bonus è finita e non tornerà fin quando saremo noi al governo” avverte la Premier che ha annunciato l’inizio dei lavori, “tutte le risorse disponibili -ha continuato- devono continuare ad essere concentrate nel sostegno alle imprese che assumono e che creano posti di lavoro”.

La linea, quindi, sembra essere ben definita: addio ai bonus che fino a questo momento sono stati facilmente elargiti dall’INPS. Ma quali sono quelli realmente a rischio?

Bonus a rischio nel 2025, quello che potrebbero essere cancellati

È chiaro che per ora non si può che parlare in via del tutto ipotetica considerando che la stesura della legge è appena iniziata, tuttavia sembra essere ben chiara la linea del governo anche su quelli che saranno le cancellazioni da attuare.

I bonus in scadenza che potrebbero non essere rinnovati nel 2025 -Abruzzo.cityrumors.it

L’input iniziale lanciato dalla politica ai tecnici al lavoro è quello di riconfermare quell’insieme di misure, strutturali e non, che sono state garantite nel 2024. Si parla, in sostanza, di benefici per le famiglie pari a 55 miliardi di euro.

Le iniziative che saranno sicuramente riproposte sono il taglio del cuneo fiscale, pari al 7% per redditi da lavoro sotto i 25mila euro e del 6% per quelli tra i 25mila e i 35mila euro. Sembra essere confermato anche l’accorpamento dei primi due scaglioni Irpef in un’unica aliquota al 23% per redditi fino a 28mila euro. A forte rischio cancellazione il bonus che riguardava la decontribuzione per i datori di lavoro del Mezzogiorno che, al momento, hanno uno sgravio del 30%.

Resta poi il nodo sull’Assegno Unico Universale. Qualche giorno fa era circolata la voce di una sua cancellazione, poi prontamente smentita da Meloni stessa; resta per la diatriba con l’UE vuole l’estensione del bonus anche ai comunitari mobili cioè stranieri che non hanno residenza fiscale nel nostro Paese. Sul piatto ci sono 19,4 miliardi di euro e di fatto il bonus a queste condizioni diventerebbe insostenibile.

Sembra, invece, confermato il bonus mamme. Nei piani del governo c’è la volontà di incentivare la natalità e quindi difficilmente si andrà a toccare la decontribuzione per le lavoratici dipendenti che nel caso di un terzo figlio può arrivare anche a 3mila euro.