Per il risanamento dei debiti non esiste solo la rottamazione. Sono diversi gli sgravi da poter sfruttare che possono arrivare anche allo stralcio totale delle cartelle.
Le parole cartelle esattoriali fanno paura alla maggior parte degli italiani. Del resto parliamo del più diffuso ed utilizzato atto esecutivo che l’Agenzia delle Entrate e Riscossione invia per spronare i cittadini al risanamento dei debiti. E sono in molti quelli che sperano in un piano di rottamazione per eliminare i propri debiti; è bene sapere però che oltre a questa ipotesi è possibile attuarne altre.
Per risolvere i proprio problemi con i debiti e con l’Agenzia delle Entrate non c’è solo la rottamazione insomma. È infatti possibile avviare provvedimenti di sanatoria alternativi come gli sgravi e i condoni che potrebbero portare anche al completo e totale stralcio delle cartelle esattoriali e quindi all’annullamento dei debiti.
La rottamazione ha un unico grande vantaggio, trattandosi di un piano di rateizzazione dei debiti permette di spalmare nel tempo il pagamento delle stesse. Parliamo comunque e in ogni caso, sempre tenendo conto dei debiti contratti, di rate che possono avere un costo anche abbastanza elevato e non semplice da affrontare. Per questo sono indispensabili gli sgravi che si possono ottenere prima di avviare il piano di rottamazione.
Chi ha usufruito dell’ultimo piano di rottamazione avviato dal Governo, la cosiddetta rottamazione quater, sa che che un ruolo fondamentale ce l’ha avuto il taglio degli importi da pagare; parliamo essenzialmente di uno sgravio sulle sanzioni, more e interessi accumulati sui debiti. Importi che nei fatti fanno aumentare il costo dei debiti da coprire e già la loro eliminazione rappresenta già un aiuto importantissimo.
Il taglio di queste sanzioni si può ottenere però anche in un altro modo e cioè sfruttando il più famoso dei cavilli burocratici quando si parla di debiti con lo Stato: la prescrizione delle cartelle esattoriali.
Le cartelle esattoriali vanno in prescrizioni secondo tempi diversi; diciamo che in linea di massima il tempo medio di 5 anni e il conto parte alla prima comunicazione di sollecito -e riparte ad ogni comunicazione successiva-. Ma il punto qui è un altro, le sanzioni e gli interessi sulle cartelle scadono prima. Prendiamo il caso di una cartella riguardante il mancato pagamento dell’IRPEF, in questo caso la cartella esattoriale scade dopo 10 anni ma le sanzioni accumulate dopo 5.
Essenzialmente pagare la cartella dopo 5 anni significa arrivare a pagare solo il tributo o la tassa evasa perché le more sono appunto scadute e non valgono più.
Oltre a questo ci sono fattispecie di ipotesi in cui è possibile arrivare anche al totale stralcio delle cartelle e quindi all’annullamento del debito. Sta però al debito avviare le procedure necessarie, per esempio come una contestazione del debito che potrebbe portare a sentenza di annullamento dello stesso. È importante ricordare però che ogni azione necessaria in questo caso deve essere prodotta, cioè si deve presentare domanda, entro 60 giorni dall’arrivo della notifica della cartella.