Il datore di lavoro può non pagare il dipendente al verificarsi di specifiche condizioni. Scopriamo quali per tutelarsi dall’eventualità.
Una possibilità che tanti lavoratori non conoscono ma che esiste realmente. Ci sono dei casi in cui il datore di lavoro può non pagare lo stipendio al dipendente, lo prevede la Legge.
Lo stipendio è una certezza che quando manca crea disagio, preoccupazione e ansia. Lo sanno bene i lavoratori autonomi che non hanno una retribuzione fissa mensile e vivono perennemente con il dubbio se riusciranno a portare a casa a fine mese un’entrata sufficiente per coprire le spese. I dipendenti a volte non si rendono conto della fortuna che hanno rispetto ai liberi professionisti. Oltre allo stipendio assicurato entro una certa data ci sono le ferie pagate, le giornate di malattia, i contributi versati puntualmente ogni mese che garantiscono un accesso sicuro alla pensione.
Naturalmente parliamo di contratti a tempo indeterminato, un sogno per tanti e una realtà poco apprezzata fino in fondo da chi la vive. Eppure il rischio di rimane senza stipendio c’è anche per i dipendenti. Avere la certezza dello stipendio perché si ha un contratto subordinato non deve far pensare di potersi adagiare sugli allori. Le conseguenze potrebbero essere terribili.
Il contratto di lavoro vincola datore e dipendente. Così come ci sono degli obblighi che il primo dovrà rispettare ve ne sono anche per il secondo. Nel momento in cui gli obblighi contrattuali saranno violati ci saranno delle ripercussioni anche molto gravi come lo stop all’erogazione dello stipendio o addirittura il licenziamento disciplinare. Il datore di lavoro può, ad esempio, non pagare il dipendente che si assenta dal posto di lavoro senza giustificazione oppure se supera il limite di 120 giorni di malattia.
La conseguenza messa in atto dovrà essere proporzionata alla gravità della violazione. Un ritardo di pochi minuti non può essere punito come l’assenza per due o tre giorni di fila senza spiegazioni.
Se l’arrivo in ritardo è sistematico, però, le sanzioni potranno essere più severe. In generale la sospensione dal lavoro e dunque dallo stipendio è una via di mezzo tra il richiamo e il licenziamento. Quando l’avviso di ritornare sulla giusta strada non basta ma nello stesso tempo la violazione non è gravissima allora si passa per questo tipo di strumento. Il dipendente deve fare attenzione, dunque, al proprio comportamento anche perché se arriverà il licenziamento disciplinare si perderebbe anche la NASPI.