Che cosa aspetta tutti gli appassionati di cinema horror con l’arrivo del 2025. C’è un grande omaggio al Nosferatu del 1922, che cosa vuol dire questo termine così inquietante e pregno di tetri presagi.
Il 1° gennaio 2025 segna una data importante per gli amanti del cinema: il ritorno di Nosferatu, uno dei film più iconici del genere horror. Diretto poco più di cento anni fa dal regista tedesco F.W. Murnau (molto apprezzato da Greta Garbo che addirittura fece un calco del volto dello stesso Murnau dopo che questi morì, n.d.r.) ed originariamente uscito nel 1922, “Nosferatu il vampiro” (in lingua originale “Nosferatu, eine Symphonie des Grauens”) è ritenuto un capolavoro del cinema muto. E ha influenzato profondamente la rappresentazione dei vampiri nel cinema.
Ancora oggi molti stilemi del Nosferatu di Murnau continuano a sopravvivere e ad esercitare un fascino intramontabile. La nuova versione, firmata dal regista d’autore Robert Eggers e che sarà proiettata dal 1° gennaio 2025 nei cinema, promette di riportare questo classico sul grande schermo con una freschezza e con una potenza visiva che non mancheranno di catturare il pubblico moderno. E che un secolo fa erano inimmaginabili.
Cosa vuol dire Nosferatu?
Nosferatu racconta la storia di Thomas Hutter, un giovane agente immobiliare che si reca in Transilvania per incontrare il misterioso conte Orlok. Quello che segue è un intreccio di paura e suspense, con Orlok che si rivela essere un vampiro affamato di sangue. Le immagini inquietanti e l’atmosfera opprimente del film hanno reso Nosferatu un caposaldo del cinema horror. Il film è noto per le sue innovative tecniche di ripresa e per l’uso espressivo delle ombre, che creano un senso di inquietudine e di mistero. La figura di Orlok, interpretata magistralmente da Max Schreck, è diventata un’icona del terrore, influenzando innumerevoli adattamenti successivi del mito del vampiro.
E cosa significa “Nosferatu”? Il termine Nosferatu deriva dalla lingua romena e viene spesso tradotto come “vampiro”. Però il suo significato è più profondo e complesso. Alcuni studiosi suggeriscono che il termine possa significare “non morto” o “colui che non vive”. Questa etimologia si sposa perfettamente con la rappresentazione del vampiro nel film: una creatura che non è realmente viva, ma che è condannata a vagare tra il mondo dei vivi e dei morti.
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La scelta di questo titolo non è casuale; infatti, Nosferatu incarna il concetto di un male antico e primordiale, che sfida la vita stessa. La sua presenza evoca paura e repulsione, ma anche una certa attrazione, tipica della figura del vampiro. Questo dualismo è parte integrante della fascinazione che il personaggio di Orlok esercita sul pubblico.
Il ritorno nei cinema
La nuova versione di Nosferatu, in uscita il 1° gennaio 2025, porta con sé l’intento di rinnovare l’interesse per questa pietra miliare del cinema. I cineasti hanno lavorato per ripristinare il film originale, migliorando la qualità visiva e sonora, pur mantenendo intatta l’atmosfera inquietante e l’estetica del film muto.
Questa operazione di recupero rende omaggio al capolavoro di Murnau ed allo stesso regista, scomparso in un incidente stradale nel 1931 a 43 anni. Ed offre anche una nuova opportunità per le nuove generazioni di scoprire e apprezzare il potere del cinema classico.
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La visione di Nosferatu è indubbiamente una esperienza cinematografica, come pure un viaggio nella storia del cinema. La sua importanza culturale e storica è innegabile, e la capacità di evocare emozioni profonde attraverso immagini e suoni lo rende un’opera senza tempo. Inoltre, il film offre spunti di riflessione sulla paura, la morte e l’attrazione per l’ignoto, tematiche che continuano a risuonare nel cinema contemporaneo.