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Cultura e Spettacolo

Il ritorno del Diablo: Piero Pelù conferma il suo patto col diavolo

Tornando sul palco con un tour che celebra quarant’anni di carriera, Piero Pelù non rinuncia a dimostrarsi una voce libera contro guerre, censure e propaganda dimostrando ancora una volta credibilità e passione

La pensione può attendere. A dispetto di un ennesimo addio sofferto ai Litfiba – lui non ha mai nascosto che sarebbe anche andato avanti – Piero Pelù è finalmente tornato sul palco dando vita a quella carica di onestà rock and roll che caratterizza la sua produzione artistica ormai da quasi cinquant’anni.

Piero Pelù torna dal vivo con otto date nei club – Credits Ufficio Stampa (abruzzo.cityrumors.it)

Da quando giovanissimo e con una voce profondamente diversa da quella che poi fu costretto a educare (“finivo ogni concerto senza un filo di voce e se non mi avessero insegnato a gestirla non avrei mai avuto una carriera” disse una volta a chi scrive) aveva cominciato a battere qualsiasi locale avesse spazio e coraggio per ospitare una band che negli anni ’80 era davvero molto alternativa.

Piero Pelù, nuovo tour nei locali

Oggi i tempi sono diversi. Pelù, a dispetto dei 63 anni compiuti da poco, di qualche malanno che lo costringe a salire sul palco con grosse cuffie che in parte gli fanno da monitor e in parte lo proteggono, era e resta una delle poche personalità davvero in grado di fare la differenza su un palco in Italia. Le cuffie sono un’eredità di un brutto incidente di palco.

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Una scarica che lo lasciò semisvenuto e con acufeni che per lungo tempo gli hanno impedito di suonare e cantare. Come spesso accade a chi non sa fare a meno di questo mestiere gli è toccato scendere a patti anche con questo. Il diavolo che scende a patti con se stesso…

Piero Pelù, il ritorno di El Diablo

Questa serie di concerti, non moltissimi per la verità e tutti in spazi abbastanza contenuti – forse anche troppo – sono l’occasione per festeggiare diversi anniversari. Sono passati 40 anni da Desaparecido, album d’esordio dei Litfiba 35 dal successo commerciale di El Diablo e altri 30 da Spirito, album fondamentale per la band ma soprattutto per lui, caratterizzato da un tour straordinario e di enorme successo.

Alle otto date annunciate e rapidamente andate esaurite ne sono appena state aggiunte altre tre in autunno che rapidamente andranno sold out. Perché se l’obiettivo era quello di far vedere che Piero è vivo e lotta insieme a noi… beh, l’esercito dovrà cominciare a fare stretching.

La scaletta

Piero Pelù esordisce con Lo Spettacolo e regala immediatamente due gemme offrendo Eroi nel Vento e La Preda, brani indimenticabili del loro esordio che in occasione delle ultime date dei Litfiba al Forum – era l’antivigilia di Natale del 2022- furono salutati con un autentico boato da una folla impressionante. La rappresentanza dei Peluiani ai Magazzini Generali di Milano è poca, perché più di questa non ce ne sta nel piccolo locale oltre la circonvallazione. Insieme a lui sul palco ci sono i Bandidos (Amudi Safa alla chitarra, Luca Martelli alla batteria e Max Gelsi, monumentale al basso che rivediamo con molto piacere) e Antonio Aiazzi, tastierista storico dei Litfiba e sodale del Diablo.

Piero Pelù, 63 anni, reduce dalla fine della sua esperienza con i Litfiba, sciolti nel dicembre 2023 – Credit ANSA (abruzzo.cityrumors.it)

Un Greatest Hits lungo 40 anni

Il concerto è un pretesto ma anche un fil rouge, una linea che conduce dentro e fuori il repertorio di Pelù e dei Litfiba in una sorta di gigantesco Greatest Hits dove solo alla fine ti rendi conto che tutto è passato troppo velocemente, e che ci sarebbe stato spazio anche per molto altro.

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“Libertà sarà la parola più usata questa sera” – dice Pelù che non rinuncia ad alcuni dei suoi messaggi attualissimi, visto il momento. “No alla guerra, no al fottuto riarmo” – dice scandendo parole applaudite prima di No Frontiere Spirito e Lacio Drom mentre da Istanbul si passa a Bomba Boomerang che un quarto di secolo fa sembrava beffarda e forse esagerata. E oggi è lo specchio di un mondo che spaventa.

Il rito collettivo di El Diablo

Quando arriva il momento di El Diablo, il pubblico rispettando lo spirito dei ragazzacci si inginocchia e accoglie la benedizione… “Purifichiamoci dai peccati, anche da quelli che dobbiamo ancora commettere” dice Pelù, trasformando il brano in una sardonica cerimonia laica. C’è mestiere, carisma, attenzione e cura nelle cose che fa. Anche quando un microfono va in tilt e con due gesti e un’occhiata invita la band ad andare avanti tra assoli e improvvisazioni. Quasi a voler dimostrare che senza click e time code si può ancora suonare.

Sulle note di Lulù e Marlene, che testimonia in modo purtroppo sempre molto attuale che anche l’amore può diventare tirannia e possesso, il concerto si avvia con i BIS alla sua conclusione. Due ore piene e vitali, venti canzoni che non sono nemmeno un decimo del suo repertorio e che testimoniano che a dispetto delle sue molte vite, tra band e individualità, tv e personaggio, Piero Pelù era e resta un performer convincente che persino con l’acufene e il volume controllato sa far detonare uno show.

Stefano Benzi

Sono nato a Genova ma vivo da più di trent'anni a Milano dove da sempre mi occupo di informazione. Sono giornalista professionista dal 1988 con molte esperienze in TV. Ho diretto Eurosport, Sportitalia, lavorato per Sky, Antenna 3 Lombardia. Poi radio (RTL 102.5) e ho scritto per numerose agenzie, quotidiani e innumerevoli siti. Adoro il mio lavoro, continuo a studiarne evoluzione e sviluppi occupando di sport, spettacolo, cronaca italiana ed estera. La mia grande passione da sempre è la musica.