“Giacomo Leopardi, il famoso poeta recanatese”, si legge in una nota della scuola, “immaginava “spazi interminabili” oltre la siepe, in una delle sue liriche più famose, l’Infinito. Un infinito non reale, ma frutto dell’immaginazione; uno slancio vitale, una tensione verso la felicità, dove il pensiero “s’annega” in un mondo in bilico tra la mente e il pensiero di piacere che ne consegue (“e il naufragar m’è dolce in questo mare”). Leopardi immagina la siepe come un ostacolo al proprio slancio verso la libertà e la nostalgia dei ricordi, ma cosa accadrebbe se immaginassimo il poeta nella realtà di oggi? Quale sarebbe la sua siepe? E se ci trovassimo al suo posto? Cosa osserveremmo dai nostri balconi?”.
Questa è la domanda che si sono posti gli studenti della 5RIM (Relazioni Internazionali Marketing) dell’Istituto d’Istruzione Superiore del Pascal-Comi-Forti di Teramo, coordinati dal docente di Italiano e Storia, Davide Mastroianni che dichiara “ognuno di noi, attraverso i cinque sensi, può, viaggiare attraverso la rimembranza. Leopardi, grazie al sensismo, spaziava, al di là dell’impedimento fisico costituito della siepe, verso le campagne recanatesi, denunciando il dolore scandito dalla sua reclusione interiore. Tutti noi, oggi, viviamo con rassegnazione questa assenza di libertà, ma con la certezza che tornerà ad essere nostra quanto prima”.
“La situazione di pandemia, causata dall’arrivo del Covid-19, ha paralizzato quello che tutti noi davamo per scontato, la normalità. Normalità “mancata” che i ragazzi e le ragazze di oggi avvertono molto più di noi adulti. Lo sguardo, oltre l’infinito, è l’unica voce che ci permette di esprimere sentimenti e desideri. La mente e il cuore la loro cassa di risonanza”.
I 12 “Infiniti” dalle terrazze degli studenti della 5RIM
C’è chi sogna partenze e arrivi “Hai mai provato il dolore di non poter ritornare in patria e poter rivedere i propri cari? (M.A.)”, “Quello che mi manca di più, in questi giorni bui, è la voglia di partire per mete sconosciute, scoprire nuovi orizzonti, tornare a casa con un elemento in più nel mio bagaglio personale e all’uscita dell’aeroporto trovare la mia famiglia che mi aspetta a braccia aperte. (L.T.)”. C’è chi prova “nostalgia (V.I.S.)” e chi ha voglia di libertà “Mi manca essere libera…non a caso Libertà fa rima con Necessità (B.L.)”, “Spero di riavere presto la mia libertà, spero di poter tornare a vivere veramente la mia vita…(S.P.)”, “Io con questo panorama posso immaginare la libertà, la vita di prima, gli abbracci e le voci degli amici. Riesco a pensare alla spensieratezza e alla gioia che era presente prima nelle nostre vite e che voglio riavere il più presto possibile (S.D.A.)”, “Non ci può essere felicità se le cose in cui crediamo sono diverse dalle cose che facciamo (D.D.P.)” e chi la libertà la rivendica a tutti i costi “Rivoglio la mia spensieratezza, ho voglia di normalità, voglio essere libero senza che qualcuno mi metta dei vincoli (F.D.S.)”. C’è chi vuole vivere la propria adolescenza fino in fondo “Mi manca il mare, la spensieratezza e la leggerezza con cui prima vivevo la mia vita (A.D.D)”, “Stare con il proprio partner serenamente e per tutto il tempo che si vuole (senza avere un limite di tempo dettato dalla legge), rivedere gli amici con i quali si condivide tutto, sorridere agli sconosciuti senza avere una mascherina davanti alla bocca, abbracciare le persone, viaggiare, andare alla feste, bere un caffè al bar, godersi un pranzo o una cena al ristorante, ubriacarsi tutti insieme per poi riderci su, andare a scuola (chi l’avrebbe mai detto!), studiare in biblioteca in gruppo. Ricominciare a vivere e, magari, godersi la vita sono le “cose” che maggiormente mi mancano (R.B.)”. C’è chi, invece, trova nella natura la sua espressione di libertà “È incantevole guardare un capolavoro della natura come il Gran Sasso mantellato di bianco. Ancora più incantevole sarebbe evadere da tutta questa situazione e tornare a gioire come prima. Chissà, gioire proprio su quel vecchio monte e osservare dall’alto la bellezza che la natura ci regala (M.D.F.)” e chi sente addosso, nonostante la vista del Gran Sasso, la sensazione di oppressione della realtà attuale “E mentre questo gigante è fermo qui da anni, io vorrei viaggiare, vorrei evadere da queste quattro mura, per me da sempre simbolo di rifugio e sicurezza, ma adesso mi stanno strette. Conosco ogni singolo angolo di casa, ma non ricordo cosa c’è attorno, se ciò che c’è attorno è cambiato o è sempre lo stesso. Magari è migliorato questo mondo rispetto a quando uscivo spensierato e mi divertivo, o magari è peggiorato; so che non riuscirò a capirlo finché non lo toccherò con mano, perché nonostante ci siamo fatti compagnia attraverso una “realtà” virtuale, nulla potrà mai sostituire le sensazioni che provi quando tocchi la realtà con mano, ed io come ogni giovane, questo mondo lo voglio avere in mano (F.G.)”.