L’autore, docente in discipline storico-letterarie, a pochi giorni dalle celebrazioni del centenario dell’impresa di Fiume, sceglie di proporre un D’Annunzio più intimo, lontano, anche da un punto di vista cronologico, dal fiumanesimo e dal concetto di apologia della forza. Partendo dalle cosiddette prose di ricerca, passando per le Laudi, il progetto teatrale giunge, a ritroso, fino agli scritti giovanili del San Pantaleone e, più precisamente, alle due novelle dedicate al personaggio letterario di Turlendana, una sorta di Odisseo moderno e pescarese che gira il mondo sul dorso di un cammello. Dopo aver reso un singolare omaggio alle mostre dei Maestri Gigino Falconi e Silvio Mastrodascio, lo spettacolo proseguirà creando una inusuale interazione con il pubblico e mescolando diversi linguaggi delle arti figurative, plastiche e performative della letteratura e della cinematografia.