Tutti lo conoscono come DottorPet ma il suo nome è Marco Petrini. La notizia più brutta lo riguarda.
DottorPet, all’anagrafe Marco Petrini, è morto all’età di 37 anni, stroncato da un male incurabile. Era un veterinario molto famoso sui social, con 126mila follower su Tik Tok e 70mila su Instagram.
Anche in malattia non aveva smesso di parlare degli animali, specie quelli esotici che erano la sua passione. Il suo ultimo post parlava della leggenda dei pappagalli inseparabili, che non possono vivere separati e la bollava come fake news.
DottorPet Marco Petrini era originario di Tivoli. Qui, e anche a Guidonia, svolgeva la professione di veterinario. Aveva studiato Medicina Veterinaria all’Università degli Studi di Teramo e fin da piccolo aveva sempre avuto una grande passione per gli animali.
Il suo primo lavoro era stato nello Studio Veterinario Tozzi, fino a che nel 2018 si era trasferito nella clinica veterinaria di Guidonia, dove curava gli animali esotici. Aveva continuato a lavorare con serpenti, pappagalli, tartarughe anche durante la malattia che lo ha colto improvvisamente.
“Marco non era soltanto un eccellente medico, ma anche un ottimo divulgatore. Ha continuato a postare contenuti sui social nonostante fosse visibilmente dimagrito, pallido e stanco”, ha detto di DottorPet Gianluca Marchetti, direttore della Clinica veterinaria di Guidonia. “Noi perdiamo un amico, la società perde un medico di rare qualità professionali e soprattutto umane”.
“Se non possiedi amore per pets e umorismo, via di qui!”, scriveva sui social riferendosi a chi visitava per la prima volta le sue pagine. DottoPet era molto ben visto dai padroni dei suoi pazienti, che gli hanno regalato moltissimi messaggi di cordoglio.
“Siamo tutti distrutti. Sei sempre stato l’eccezione alla regola, il cuore oltre l’ostacolo, il paroliere della serata”, ricorda Marchetti di Marco Petrini. “Tu con i tuoi tormentoni, le frasi fatte, le intuizioni, i versi, gli anatemi, le espressioni ridicole, le facce buffe da star scanzonata, il viso da bambinone e la voce da Alberto Sordi, i modi dolci in un corpo da omaccione, la sete di vita, la voglia di entrare nel cuore di tutti. Uno spessore umano e culturale non comune celato dietro triviale voglia di cogliere la battuta più ardita e di travolgere le persone con la tua ilarità”.