Pescara. Grande successo per il concerto di Gianluca Grignani venerdì sera al Teatro Massimo, un mix esplosivo che non poteva che garantire l’ottima riuscita della serata.
Novità assoluta il suono in quadrifonia: una tecnica di diffusione del suono che consiste nel posizionare le casse non solo di fronte al pubblico ma anche alle sue spalle, in modo da ricreare una sensazione di “abbraccio musicale” che coinvolge in maniera diretta e completa gli spettatori. Secondo ingrediente senza dubbio un Grignani rinnovato, positivo e brillante, che ha accontentato la sala, gremita di persone, cantando non solo brani tratti dal nuovo album “Romantico Rock Show” ma anche pezzi che ormai sembravano essere scivolati nel dimenticatoio come “L’allucinazione” , dall’album “La fabbrica di plastica” del 1996, o “Mi piacerebbe sapere” dell’album “Il giorno perfetto” del 1999. Ha sorpreso sentire di nuovo brani che il cantante stesso aveva più volte dichiarato di non voler più eseguire durante i concerti come “Falco a metà”, “La mia storia tra le dita” e “Destinazione paradiso”. La risposta del pubblico non si è fatta attendere, quasi copriva la voce di Grignani durante tutta la performance. Ad accompagnare l’artista sul palco la sua band: Andrea Tripodi ‘testa fonica’ (chitarre, tastiere e programmazione), Diego Scaffidi (batteria), Alessandro Parilli (basso) e Mattia Tedesco (chitarra).Con lui in tour anche il suo staff tecnico, la “Settima Essenza”, il gruppo che Gianluca ha riunito e che lo segue dal 2004 composto da tutti quegli specialisti (fonici, lighting design, backliners, tecnici audio e luci, facchini, autisti ecc. ecc.) che rendono ogni spettacolo eccezionale e senza i quali non si avrebbe la riuscita scenica del concerto.
Un tour insomma, per l’artista milanese, che lo riconcilia col suo pubblico, che da tanto era in attesa di vederlo tornare su un palcoscenico così esplosivo e coinvolgente come ai vecchi tempi, con la voce calda che da sempre lo caratterizza ma con quella maturità da padre e anni dietro le spalle che rendono i suoi nuovi brani intrisi di quell’esperienza, che ha sicuramente calmato il suo lato più ribelle, senza fargli dimenticare come ci si sente quando il “joker” dentro ognuno di noi viene fuori.
Serena Zavatta