Pescara. Dai banchi del liceo classico D’Annunzio di Pescara alla cattedra dell’Università statunitense di Yale. La storia di Lorenzo dell’Oso, 25 anni, nato a Guardiagrele il 29 novembre 1989, ma vissuto da sempre nel capoluogo adriatico, è stata una delle testimonianze chiave nel processo al liceo classico andato in scena, in forma teatrale, in occasione della ‘Notte bianca’ dei licei classici d’Italia.
La sua tesi su Boccaccio, a Pavia, lo ha catapultato a Boston appena due anni dopo la laurea: “Invio un estratto della mia tesi a un convegno di studi su Boccaccio previsto a Boston nel gennaio 2013. L’estratto viene accettato e sono invitato come uno dei tre relatori della sessione”. “Il mio inglese non era buono, comincio, ormai ero in ballo, mi sono lanciato e sono arrivato fino in fondo alla relazione”, dice via Skype alla platea che ha assistito al processo al D’Annunzio.
L’imputazione al liceo classico era quella di non essere al passo con i tempi. La difesa era affidata al sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, ex allievo. Grazie alla sua arringa finale e al contributo dei suoi tre testimoni e dell’outsider Lorenzo, fuori rosa, ammesso dal Giudice, rappresentato dall’ex presidente del Tribunale di Pescara Carmelo De Santis, sentita la Giuria popolare, il Liceo Classico è stato ‘assolto con formula piena perché il fatto non sussiste’.
A rappresentare l’ accusa Marco Riario Sforza, avvocato del Foro di Pescara. Quindi la storia di Lorenzo Dell’Oso. “Nel 2008, ultimo anno di Liceo classico – racconta all’ANSA – ho scelto di fare delle Lettere lo scopo della mia vita professionale: il mio sogno era (ed è tuttora) insegnare all’Università e svolgere una carriera nel mondo della ricerca. Dopo un esame scritto e due orali, sono stato ammesso al Collegio Ghislieri e all’Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia, e ho cominciato la mia carriera di studente in Lettere moderne presso l’Università di Pavia. Ho trovato in Cesare Segre un grande maestro”.
Laurea triennale con lode nel 2011, con una tesi su di un volgarizzamento latino attribuito a Boccaccio. “Comincio la laurea specialistica in Filologia moderna subito dopo. Nel 2012 maturo l’idea di andare a studiare negli Stati Uniti”.
E nel 2013 arriva l’esperienza di Boston. Poi l’invito come visiting scholar all’Università della California, Berkeley, vicino San Francisco. Qui Lorenzo passa il semestre primaverile del 2013 e lavora nel Dipartimento di Italian Studies sotto la guida di Albert Ascoli. Intanto invia domande per un Master of Arts in Inghilterra e negli Stati Uniti e sceglie l’offerta della University of Notre Dame, in Indiana. Qui una volta insediato nel Dipartimento di Romance Languages and Literatures, Lorenzo comincia la doppia carriera di studente di Master e di docente di lingua italiana (Graduate Instructor of Italian).
“Da quasi due anni – prosegue Lorenzo – insegno a Notre Dame ai ragazzi del Bachelor, la nostra laurea triennale, dunque ragazzi di 19-21 anni, e continuo la mia attività di ricerca, che ha portato alla pubblicazione di alcuni articoli e recensioni, sia in America che in Italia”.
Il 25enne di Guardiagrele scopre anche un manoscritto veneziano del Quattrocento “conservato presso la Biblioteca di Notre Dame una silloge inedita di versi volgari: centinaia di versi inediti composti dal frate lombardo Filippo da Strada (1450-1503ca)”. Ora per lui si stanno aprendo le porte del programma quinquennale di studio e insegnamento (il PhD). Yale è in pole position, ma potrebbero esserci sorprese da Berkeley e Columbia.