La piccola chiesa di Ponzano, che ha ospitato i quaranta ragazzi dell’orchestra con i loro professori, è stata teatro di un evento che ha generato negli occhi di tutti i presenti stupore e meraviglia sia per la magistrale bravura degli allievi ma soprattutto per il significato di quei brani musicali che hanno rappresentato un legame molto forte di solidarietà, di stima e di affetto tra Valenza e il popolo di Ponzano.
“Grazie Ponzano, grazie Civitella del Tronto, grazie Favale. Sono io – ha spiegato il DS piemontese – che vi ringrazio perché inconsapevolmente mi avete fatto rivivere un pezzo di vita che la mia mamma mi ha sempre raccontato ma che non ho mai compreso a fondo. Avevo poco più di un anno quando la mia famiglia formata dai nonni, mamma, papà ed un fratello si è trovata in poco tempo a trasferirsi da una bellissima casa colonica a Tripoli, capitale della Libia con un mare stupendo, su un piroscafo diretti a Valenza: un viaggio interminabile e pieno di incognite ed incertezze. Un viaggio del tutto simile agli abitanti di Ponzano che hanno dovuto lasciare la propria casa a causa della frana”.
“La ‘frana’ della mia famiglia – aggiunge Carandini – è stata la storia e l’impossibilità di vivere e convivere a Tripoli, ex colonia italiana. E così, con i disagi del tempo, si era nel 1961, ci trovammo dopo un vero e proprio viaggio della speranza a Valenza, come in terra straniera. Ci sentivamo profughi a tutti gli effetti e non ci sentivamo a casa nostra. Poi, il tempo, ci ha aiutato a dimenticare e a lenire le sofferenze. Così, come d’incanto ho conosciuto tutti voi. La collega Laura D’Ambrosio, la maestra Maria Rosaria Manili, la piccola realtà di Favale, con i bimbi meravigliosi, spontanei e affettuosi; una scuola che sa accogliere, con delle maestre dedite ad un impegno costante e molto professionale nei confronti dei propri alunni; Cristina Di Pietro, Riccardo De Dominicis e Barbara D’Alessio, amministratori intelligenti, lungimiranti che hanno accolto le mie iniziative con entusiasmo e tanti altri. Volti e sguardi che mi aiutano a camminare con serenità verso il Mistero”.