Addio improvviso ad uno dei più grandi chef della storia della cucina: era stato il mentore di tanti giovani cuochi oggi diventati famosissimi.
È stato uno dei più importanti chef della storia della ristorazione ed è scomparso lo scorso 27 novembre all’età di 76 anni, dopo una lunga carriera costellata di successi, interamente dedicata alla cucina e alla scoperta di giovani talenti. È proprio nel suo ristorante che hanno mosso i primi passi tanti degli chef oggi diventati famosi al grande pubblico.
Di lui ormai si parla poco, solo gli addetti ai lavori sanno bene qual è stata la sua influenza nell’alta ristorazione. Quando ha aperto il suo locale a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta mirava già a ripensare le regole della ristorazione e a raggiungere il perfetto equilibrio fra tradizione e innovazione. Oggi non c’è più e chi l’ha conosciuto ha voluto ricordarlo con parole cariche di affetto e riconoscenza.
Lo chef Giacinto Rossetti è scomparso all’età di 76 anni lo scorso 27 novembre. È stato il fondatore insieme a Gigino Basigli del famoso ristorante il Trigabolo di Argenta, in provincia di Ferrara. Ed è proprio lì che molti dei più famosi chef di oggi hanno mosso i primi passi nel mondo della cucina. Pensiamo ad esempio a Igles Corelli, Bruno Barbieri, Italo Bassi e Mauro Gualandi.
Proprio Barbieri, come riportato da Gamberorosso.it, ha speso per il suo maestro parole cariche di affetto e di stima, ricordando però come negli ultimi anni fosse stato abbandonato da tutti: “A me sai cosa mi dispiace? È che dopo la morte allora si proclamano i migliori, ma prima nessuno si fa vedere, Giacinto era stato abbandonato da quasi tutti, tranne tutti noi che abbiamo lavorato con lui”. Ha detto Barbieri apertamente. “Era finito nel dimenticatoio malgrado avesse scritto un pezzo di storia della ristorazione negli anni Ottanta, la transizione tra la cucina della mamma e della nonna e quella contemporanea”.
“Un po’ è dipeso anche da lui. Chiuso il Trigabolo non ha più fatto ristorazione, era come fosse finito il suo sogno. Al massimo ha organizzato qualche cena per un riccone di Bologna con cui collaborava”. Ha aggiunto Corelli, d’accordo con Barbieri sul fatto che, sebbene Rossetti fosse un uomo duro e severo, fosse anche uno chef folle e visionario, dotato di un’intelligenza incredibile. “Era un pazzo. Io devo molto a questa persona, avevamo un rapporto profondo, è stato come un padre”. Ha infine concluso il giudice di MasterChef, restituendo un ritratto sincero ed autentico di un pezzo della storia della cucina italiana.