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A Chieti mostra fotografica di Max Mandel

Chieti. La realtà può essere molte cose nello stesso momento. Basta saperla guardare con il giusto senso di meraviglia. Sembra essere l’insegnamento delle fotografie che Max Mandel (Milano, 1959) propone a Chieti nella Bottega d’Arte, nella sala espositiva della Camera di Commercio (corso Marrucino, 148), dal 7 marzo al 7 aprile prossimo.

E’ una mostra dal duplice titolo, L’altra metà del lavoro / Appunti di viaggio perché composta di due percorsi differenti eppure complementari. La prima parte raccoglie la ricerca del fotografo sul lavoro femminile, con una serie di intensi ritratti in bianco e nero, in cui lo sguardo fugge un approccio retorico per cercare l’umanità più autentica dietro il ruolo o la mansione. Persone, quindi, prima che professioni. Si va da Eleonora e Chiara, giovani musiciste, a Patrizia, parrucchiera; da Valdina, anziana contadina, a Laura, biologa; da Alfia, benzinaia, a Sara, addetta di ambasciata a Kabul. Fino a Carla, Francesca, Roberta, Alessandra, disoccupate. L’ambiente, gli strumenti e il prodotto del lavoro (o la sua assenza) non sono solo il contesto ma, come nelle tele rinascimentali, contribuiscono a costruire il senso profondo del ritratto. In Appunti di viaggio, invece, Mandel coglie particolari minimi, invisibili a tutti fuorché a lui, e li traduce in immagini quasi astratte. Riflessi su un vetro o su una lamiera, giochi di luce e ombra su una parete, fiori in una vasca, aerei di carta in volo nella Galleria Vittorio Emanuele a Milano. Immagini raccolte durante viaggi, dall’Europa, al Medio Oriente, all’Asia, dove si radicano le sue origini (in lui scorre sangue turco-afghano, ebreo ed europeo). “Il suo sguardo – scrive il curatore della mostra Giovanni Gazzaneo – è mosso dalla passione della bellezza del quotidiano. Capace di coniugare sapere e vedere, vuole offrirci della realtà non la superficie, che per quanto abbagliante è pur sempre scorza, ma l’essenza, la sua poesia più intima”. Nei ritratti in bianco e nero o nella meraviglia cromatica di un particolare, alla base degli scatti di Mandel è sempre la realtà. Lo aveva intuito subito il grande fotografo francese Henri Cartier-Bresson, che nel 1990 dopo aver visto, quasi per caso, le immagini di Max Mandel scrisse di proprio pugno: “Sono stato sempre affascinato dalla realtà assoluta, questo rispetto per la verità quotidiana che solo il Realismo ci può dare. È scoprire un mondo nuovo, e un’arte di tutto rispetto, il vedere questa realtà dettagliata colta da Max Mandel, e accorgersi che è un’opera d’arte assoluta, e al tempo stesso una particella autentica della nostra vita quotidiana. Questa è la grande Arte, questo è il dono rarissimo”. Accompagna la mostra, realizzata con la collaborazione del Comitato di Gestione della Bottega d’Arte della Camera di Commercio di Chieti, e di Crocevia – Fondazione Alfredo e Teresita Paglione, un catalogo di ottanta pagine, con un testo di Giovanni Gazzaneo.
“Siamo onorati di ospitare la mostra di Max Mandel, – afferma Silvio Di Lorenzo, presidente della Camera di Commercio di Chieti, con i suoi affreschi fotografici carichi di umanità e di struggente intimità. Con Mandel inauguriamo il rinnovato slancio delle attività della Bottega d’Arte presieduta da Aurelio Bigi. Oggi, anche con la crisi, – continua Di Lorenzo – l’investimento in cultura permette di dotarsi di quegli strumenti utili a fare economia, nuova economia; non c’è Made in Italy senza cultura”.