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Pescara off-limits per l’Indie Rocket Festival. Il vicesindaco:’Nel 2010 fu una tragedia’

Pescara. “L’Indie rocket festival nel 2010 fu una tragedia”: parola del vicesindaco Berardino Fiorilli. La rassegna musicale internazionale relegata per il secondo anno allo spazio privato delle Naiadi a causa dei pescaresi “meno tolleranti”.

Si riapre la ferita tutta nostrana relativa alla polemica sull’Indie rocket festival, manifestazione internazionale di musica indipendente che quest’anno raggiunge la decima edizione: candelina eccezionale da spegnere per un evento made in Pescara. Quella organizzata da Paolo Visci (a breve tutti i dettagli dell’IRF 2013) è una bomboniera di “cultura alternativa” che però, come il fenomeno italiano insegna, viene apprezzata più da lontano che dal balcone di casa, ovvero soprattutto dalle migliaia di amanti della musica che rincorrono da tutta Europa le band in cartellone e si piazzano all’ombra del Ponte del Mare per tutta la durata della kermesse. O meglio, si piazzavano, perché l’abbandono da parte degli enti locali ha decretato la trasformazione del festival da festa pubblica e gratuita a evento privato e a pagamento.

“Purtroppo il momento storico che viviamo consente sempre meno l’organizzazione di eventi pubblici”, si è giustificato oggi il vicesindaco Berardino Fiorilli, in occasione della presentazione in Comune dell’Irf e della stagione estiva dei concerti privati al parco Le Naiadi, “ma grazie all’intervento degli imprenditori locali siamo riusciti a non perdere l’Indie Rocket Festival e il suo grande valore che mantiene per Pescara”. Certo, perché piazzare il capoluogo adriatico sulle più importanti mappe della musica europea fa gola anche all’amministratore meno inserito nelle tendenze più giovanili. Eppure oggi il Comune di Pescara si limita a concedere solo il proprio patrocinio all’Irf, niente più che il simboletto del gonfalone da apporre sulle locandine. I soldi mancano, ok. Gli spazi invece non mancherebbero, però mancano.

Il riferimento è all’inizio della querelle: l’edizione 2010 dell’Indie rocket, la seconda e ultima tenuta all’interno del parco Di Cocco, un successo di critica e pubblico del quale si fregia la stessa amministrazione comunale che, all’epoca, patrocinò a tutti gli effetti l’evento: “Artisticamente fu un successo”, rivendica oggi Fiorilli, “ma fu una tragedia in quanto a polemiche”. Ovvero fu una tragedia solo per gli abitanti del circondario: “Ci sono pervenute montagne di proteste dei residenti, qualcuno si è beccato anche una denuncia”, precisa e ricorda ancora il vicesindaco, “e allora non ce la siamo sentita di concedere ancora il parco Di Cocco”. All’indomani di quell’edizione, per i corridoi del municipio c’erano consiglieri di circoscrizione che piangevano per il ritrovamento di “bustoni di preservativi”: una tre giorni di concerti e manifestazioni avrà pure sporcato il giardinetto, ma pare che le mura siano ancora in piedi e voragini nel parco non se ne siano create.

“E’ una manifestazione troppo impattante per un quartiere ad alta concentrazione abitativa”, rimarca Fiorilli, “l’Indie Rocket Festival vale tanto e ci piace, ma un comune deve conciliare le esigenze di chi ama la musica e anche di chi è meno tollerante”. “Tutto chiaro”, ribatte l’organizzatore Paolo Visci, “ma è da recepire come scelta politica perché anche i concertoni di Vasco e Ligabue allo Stadio Adriatico (quelli che il Comune sostiene e patrocina in quanto di grande promozione turistica per la città Ndr.) sono impattanti e fanno tremare le finestre di mezza città”.

 

Daniele Galli