“Quando “Lu celle de la case” è iniziato – dice la giovane autrice e regista archese Alessandra Pomilio – non avevo la minima idea di ciò che mi aspettava. Mi sono ritrovata in un mondo tutto nuovo, fatto di set e battute, di inquadrature, primi piani e movimenti di macchine. La cosa straordinaria e’ stata per me realizzare il primo film in dialetto abruzzese ad Archi, nel mio paese”. Quattro settimane di set distribuite in sei mesi, tre sessioni di riprese e centocinquanta ore di montaggio sono i primi numeri dell’opera cinematografica. “Sul set – continua Alessandra – non c’erano orari, le sessioni di ripresa iniziavano alle sei e mezza di mattina e spesso finivano oltre le due di notte. Non e’ stata di certo un’impresa facile e ha presupposto un lavoro titanico, fatto di espansione di una scena teatrale statica in cinque set differenti, nonché nella meravigliosa cornice di Archi per gli esterni”. I ringraziamenti della giovanissima regista, appena ventiduenne, vanno alle persone che l’hanno assistita , supportata, aiutata e seguita, alla buona volontà dei suoi attori non professionisti che le hanno dimostrato, come lei stessa ricorda, che “la buona volontà può creare tutto in ogni luogo; anche una piccola Hollywood nel cuore dell’Abruzzo”.