All’interno della guida ci sono i punteggi per gli atenei, le città migliori dove abitare per ciascun tipo di studi che si intende seguire e anche quel che è possibile studiare utilizzando il web. Il voto assegnato a ogni realtà è la media della valutazione, tra le altre cose, dei servizi, delle strutture, dei servizi web, dell’internazionalizzazione e delle spese per le borse di studio. Tra le mega-università, ovvero quelle con oltre 40 mila iscritti, la medaglia d’oro se l’è aggiudicata Bologna con un voto di 91,5 punti. Pavia è invece risultata al top degli atenei con un numero di iscritti compresi tra 20 e 40 mila studenti. Tra quelle di dimensioni minori si sono invece distinte l’università di Siena, prima tra le medie, e quella di Camerino, che è risultata al vertice degli atenei con un numero di iscritti non superiore ai diecimila. Dopo Camerino c’è Teramo, in seconda posizione, e, a seguire, l’Università della Basilicata.
Un risultato un po’ a sorpresa, soprattutto dopo le recenti polemiche scoppiate sul calo degli iscritti e sui disagi in cui vive la realtà universitaria teramana, con diverse voci che si sono levate a favore di federazione con gli altri atenei abruzzesi (chi a favore della sola L’Aquila, chi anche con Chieti-Pescara) o, addirittura, di fusione, con un’unica Università abruzzese capace di competere, soprattutto nel settore della ricerca, con altri atenei di maggiori dimensioni.
Certo è che, in tempi di spending review, i problemi ci saranno per tutti i settori pubblici, università comprese, e il confortante risultato del sondaggio Censis/Repubblica non basterà a sopire le polemiche introno all’ateneo teramano, né a risolvere i problemi che, in realtà, partono da lontano e non sono solo strutturali.
In ogni caso la guida potrebbe portare nuove iscrizioni e portare un po’ di respiro alle facoltà teramane, sperando che le matricole trovino un ambiente all’altezza con le aspettative proposte dalla pubblicazione.