Prendi il centro storico di una città. Togli le persone che ci abitano, che entrano nei negozi, che frequentano gli uffici, che fanno la spesa alle bancarelle del mercato quotidiano, togli i negozi, gli uffici, le banche…togli, togli, togli e ottieni il vuoto. Questa è L’Aquila. Nessuna nota del redattore, in questo caso, ma la triste ammissione fatta dall’associazione culturale Animammersa, nata nel capoluogo d’Abruzzo nel 2008, quando il terremoto non l’aveva ancora messa in ginocchio, quando l’arte, la cultura e la vita proliferavano ancora dentro e fuori gli edifici. Da chi in quei posti viveva e vive ancora, e vuole tornare a vivere un posto vivo, nasce l’iniziativa ‘Mettiamoci una pezza!Una città ai ferri corti’, un titolo in due frasi che raccoglie un invito collettivo e uno stato d’animo esasperto, ma giammai un tentativo reazionario, piuttosto di reazione, a quello status-quo in cui la burocrazia e un cosiddetto ordine superiore hanno gettato una città e chi la componeva.
Si tratta di un ‘urban knitting’, che in italiano vuol dire il corrispettivo in tessuto di un murales: una di quelle azioni di pacifica sommossa che cercano di rendersi sempre più moderne ma che, in se, porta uno dei gesti che l’immaginario collettivo riconduce di più al passato, l’incrociarsi di ferri e uncinetti, quelli che la nonna fa sferragliare per fare la maglia, la calza o il centrino da tavola. Sono quelli i ferri corti che Animammersa invita ad imbracciare, rivolgendosi dal sito internet mettiamociunapezza.wordpress.com a “persone diverse, distanti ma unite da quell’entusiasmo che solo l’atto creativo riesce a dare”, per dar vita a “Un atto d’amore e di provocazione che mantenga viva la memoria ridando colore a quei tasselli che, ingrigiti, sono destinati a scomparire, anche se presenti come carcasse”. L’obiettivo di questo allestimento collettivo è quello di realizzare cento metri quadrati di pezze colorate con le quali ricoprire il centro storico di L’Aquila in occasione del terzo anniversario del sisma, il 6 aprile 2012. Maglia o uncinetto non cambia, purché ci sia tanto colore, lasciando alla creatività di ognuno la scelta del colore, dei punti o delle figure da realizzare. Tutto per combattere quella sottrazione di cui si parlava in testa: “Uno dei risultati di questa sottrazione ha come prodotto anche la monotonia cromatica: il grigio impera. Niente vita, niente colore, ed in questo centro storico non c’è niente di più vero”.
Per metterci la propria pezza e far raggiungere questa prima meta, chiunque può inviare la propria creazione all’indirizzo “Associazione Culturale Animammersa c/o Patrizia Bernardi via Strada Statale 17 Bis SNC 67100 Paganica L’AQUILA” entro il prossimo 24 marzo. Dall’8 febbraio, data in cui l’iniziativa è stata lanciata in rete, il sito ha accumulato oltre 3mila visite, centinaia sono stati i ‘Mi piace’ sulla pagina Facebook e in continuazione giungono adesioni e foto-testimonianze di chi si ha preso i ferri in mano per metterci la propria pezza, rimbalzando l’invito di blog in blog. E c’è anche chi, grazie alla dote artistica, sta anche mettendo la città ‘in filo”, come Donatella Giagnacovo, artista aquilana che sta ricostruendo con il suo “knitting virtuale” i principali scorci e monumenti del centro storico danneggiato. (In foto: la basilica di Collemaggio)
Daniele Galli