Giunta alla terza edizione (nel 2009 il premio era stato assegnato a Gad Lerner e nel 2010 a Bruno Vespa), l’iniziativa è organizzata in ricordo del grande produttore abruzzese dall’amministrazione comunale, dalla moglie Marina Cvetic e dalla figlia Miriam. Il riconoscimento si ispira a quei valori di autenticità, tenacia e impegno tipici della terra e delle persone d’Abruzzo che hanno guidato la vita di Masciarelli, prematuramente scomparso nel luglio 2008.
Il celebre fotografo è entrato a far parte, da qualche anno, del mondo enologico con l’intento di realizzare un progetto per produrre vino “al vertice della qualità”. Non a caso lo stesso Toscani ha dichiarato in proposito: “Non faccio il contadino, ma l’artista del vino”. Da qui la volontà di premiarlo con l’ambito riconoscimento con la seguente motivazione:
“L’apporto di una personalità profondamente libera, la schiettezza e l’onestà del suo pensiero, la capacità, la professionalità e la serietà dimostrata nella realizzazione di opere sempre al massimo livello qualitativo rappresentano credenziali importanti per un contributo sostanziale e propedeutico a un miglioramento dell’offerta enologica, della sua diversificazione, allo stimolo all’innovazione e alla riconsiderazione di modelli produttivi e comunicativi meritevoli di maggiori attenzioni e di nuove ottiche di osservazione”.
“L’impegno nella coltivazione di vitigni non autoctoni per una filosofia di produzione innovativa e diversa rispetto ai classici vini – spiega il sindaco di San Martino sulla Marrucina, Luciano Giammarino – insieme alla grande attenzione agli aspetti di contesto paesaggistico, storico-culturale e ambientale particolarmente curati da Oliviero Toscani, costituiscono un crogiolo di innovazione, immaginazione e tradizione che disegnano nuovi scenari e proposte meritevoli di considerazione per uno sviluppo futuro dell’enologia e dell’enogastronomia locali e nazionali”.
ll premio, intitolato “Oltre la… vite”, che sarà consegnato a Toscani nel corso della cerimonia solenne, è realizzato dall’orafo Enzo Torrieri di Guardiagrele e consiste in un tralcio di vecchia vite della vigna di Masciarelli, montato su pietra bianca della Majella lavorata dallo scalpellino Riccardo Di Ienno, su cui sono montati grappoli e foglie di vite d’oro. Ai piedi del tralcio è depositato un piccolo Panama, il cappello che Masciarelli indossava per ripararsi dal sole quando frequentava le sue vigne.