Incredibile e paradossale soluzione quella trovata da un’azienda che di fronte alla denuncia presentata da una sua dipendente ha scelto di mandarla a casa senza preavviso
Sembra davvero incredibile, ma il fatto è realmente accaduto nei giorni scorsi a Roma. Ancora una volta una donna, che per mesi ha prima tentato di risolvere, poi provato a denunciare le molestie subite, le aggressione fisiche e le minacce ricevute da un collega di lavoro, viene invece colpevolizzata e punita per atti che riguardano la sua sfera privata e sessuale. Arrivando addirittura a essere licenziata.
Il revenge porn è fatto per ferire, umiliare, fare male e consiste nella diffusione di materiale, foto o video, con contenuto sessualmente esplicito, senza il consenso della persona rappresentata. La motivazione che accompagna la divulgazione del materiale è soltanto una, cioè il desiderio di “vendetta”, revenge, appunto, con la volontà di denigrare e umiliare pubblicamente la persona colpita.
Un episodio inquietante di molestia e abuso ha catturato l’attenzione in una azienda romana, dove una donna è stata licenziata dopo essere stata perseguitata verbalmente, minacciata di morte e umiliata tramite la diffusione di un video intimo senza il suo consenso da parte di un collega. Sembra la trama di un film, ma è tutto realmente accaduto in una vicenda che ha inizio nel 2022, quando una donna che lavorava come mediatrice in una azienda romana a una cena di lavoro incontra un consulente di lavoro impiegato anche lui nella stessa azienda.
Tra i due, dopo un normale rapporto di lavoro, nasce la voglia di frequentarsi meglio, anche fuori dall’orario d’ufficio, cominciando così una relazione che ben preso però per la donna si rivelerà qualcosa di drammatico. Dopo alcune settimane la donna viene a sapere che l’uomo ha filmato a sua insaputa un loro rapporto intimo con il cellulare e decide per questo di lasciarlo. Ma questa decisione si rivelerà l’inizio di un vero e proprio incubo. Quello che si era presentato come un uomo affettuoso e cordiale si dimostra invece tutt’altro, soprattutto non accettando la fine della loro relazione.
La vicenda prende una piega pericolosa e per la donna si trasforma in un vero e proprio incubo. L’avvocato non vuole saperne di interrompere il loro rapporto, comincia a minacciarla e inizia lo stalking con messaggi, telefonate, fino ad arrivare a prometterle di utilizzare il famoso video se non si fosse decisa a incontrarla di nuovo in albergo. La donna terrorizzata accetta quest’ultimo incontro, ma quando il collega la vede molto spaventata la lascia andare non prima però di averle fatto un’ ultima terribile minaccia: “Questa sera avrei potuto ucciderti”. Non contento l’uomo invia ugualmente il video ad alcuni amici, colleghi e al datore di lavoro.
Un caso di revenge porn talmente palese con violazione della privacy e umiliazione pubblica della donna che in Italia costituisce un reato grave. Ma, di fronte alla denuncia della donna, l’azienda ha deciso di prendere una decisione a sorpresa destinata a creare scalpore, licenziando lei invece di prendere le distanze dall’autore delle molestie.