Piano anti-rumori a Pescara: la Procura apre un fascicolo dopo un esposto dei comitati residenti. Sembra non sia stato rispettato il piano
La città di Pescara si trova al centro di un’indagine che potrebbe avere importanti ripercussioni per l’amministrazione comunale e per la qualità della vita dei suoi cittadini. La Procura sta indagando su presunte omissioni relative all’attuazione del Piano di risanamento acustico, in particolare nella zona di Piazza Muzii, famosa per essere uno dei centri nevralgici della movida cittadina.
Il punto di partenza dell’indagine, come riportato da Rete8, è un esposto presentato dal Comitato di residenti “Tranquillamente Battisti”. I residenti hanno sollevato dubbi sull’effettiva applicazione delle misure previste dal Piano anti-rumore, chiedendo alla magistratura di verificare se l’amministrazione comunale abbia effettivamente esercitato i propri doveri in materia. Questa mossa evidenzia il crescente malcontento tra i cittadini riguardo alla gestione del problema del rumore notturno, che incide significativamente sulla qualità della vita nelle aree più vivaci della città.
La Procura ha dato seguito all’esposto inviando i carabinieri forestali presso gli uffici comunali per acquisire documentazione rilevante. L’obiettivo è chiarire se il Piano di risanamento acustico sia stato solo formalmente adottato o se sia stato effettivamente messo in pratica con azioni concrete. Il quotidiano “Il Centro” riporta che al centro dell’attenzione ci sono due relazioni, una dell’Arta e una dell’Asl, entrambe indicanti livelli sonori notevolmente superiori ai limiti imposti dalla normativa vigente.
Secondo quanto emerso dalle relazioni citate, sembra che non siano stati presi provvedimenti adeguati a partire dal 14 luglio 2022 per affrontare una situazione descritta come fuori controllo. Questa mancanza potrebbe tradursi in responsabilità penali per omissione d’atti d’ufficio e disturbo del riposo delle persone. Al momento l’indagine procede contro ignoti, ma le implicazioni potrebbero estendersi a vari livelli dell’amministrazione comunale.
L’affaire mette in luce non solo questioni legate alla salute pubblica e al diritto al riposo dei cittadini ma solleva anche interrogativi sulla gestione amministrativa della città. Se da un lato vi sono inevitabili rimpalli di responsabilità tra gli organi coinvolti, dall’altro emerge la necessità impellente di rendere operativo il Piano anti-rumore attraverso azioni concrete ed efficaci. La questione assume contorni ancora più complessi considerando che eventualmente potrebbero emergere responsabilità a carico sia degli organici politici sia degli apparati amministrativI.
Questo caso rappresenta un importante campanello d’allarme sulle sfide urbane contemporanee legate alla convivenza civile e alla tutela dell’ambiente sonoro nelle nostre città. La situazione a Pescara sarà seguita con grande attenzione nei prossimi mesI.